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Ferrara demolisce Concita De Gregorio: "Meloni vecchia? Ci sono giovinotte che..."

Giuliano Ferrara

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Giuliano Ferrara, nel suo editoriale su Il Foglio, massacra Concita De Gregorio che "non ha torto quando scrive che Schlein invecchia Meloni. Lo scrive con brio e una certa effervescenza da brava cronista di moda e, come dicono adesso, di beauty. Ma che cosa significa?", si chiede il fondatore del quotidiano. Non c'è l'eredità di "Lenin Stalin Gramsci Togliatti Longo Berlinguer" dietro Elly Schlein, scrive Ferrara, "e De Gregorio si appunta maliziosa che una viene dal fascismo e l’altra non viene dal comunismo, al massimo le si può attribuire come legato il pur encomiabile Romano Prodi, ministro con Andreotti e capo dell’Ulivo con il popolo dei fax. Dalla parte di Elly c’è una equivoca autodissoluzione degli apparati a vantaggio di una reincarnazione dei faxisti via digitale + gazebo".

 

 

E ancora, continua Ferrara; "Questo pienone del secolo scorso ovvero Meloni invecchiata, lei campione di apparati morti e retoriche e memorie e sezioni che risorgono e si rilanciano e trovano la Terra Promessa invece di autodissolversi, è una zavorra della rivale naturale di Schlein, la fondatrice nazional-vernacolare dei Fratelli dominati dalla Sorella? Ci andrei piano". Certo, "per virare al femminile", sottolinea il giornalista, "oggi si portano tipe fantastiche come Sanna Marin e altre campionesse di coraggio e competenza politica, non esclusa una interessante dimensione privata" ma "se l’algoritmo induce a velocità di comunicazione e conoscenza, comprende nel suo cerchio magico la memoria d’archivio di ciò che davvero ha contato e conta, che è quasi sempre il pieno del razionale e del controllo del presente, perfino quando si traveste da sogno e da futuro".

 

 

Quindi conclude Giuliano Ferrara: "La sostanza è questa, car* De Gregorio: ci sono giovani e giovanotte che s’invecchiano e rassicurano, e ci sono ragazze che cantano e ballano per entusiasmare. Non so a chi sarà dato di contendere con successo il governo della casa comune e non lo sai nemmeno tu, tu quoque cosmopolitan ibero-italiana".

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