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Alluvione, Vauro e la vignetta contro Meloni: fango puro

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Non si ferma davanti a nulla, Vauro Senesi. Nemmeno davanti al disastro dell'alluvione: e la sua satira, se così si può ancora chiamare visto il carico d'odio che da anni trasudano le sue vignette, è usata come pretesto per trasformare la (legittima) indignazione o la critica politica in semplice attacco strumentale. Un esempio? L'ultimo schizzo (di fango) in prima pagina sul Fatto quotidiano che l'ex matita armata di Michele Santoro, oggi al servizio del direttore Marco Travaglio, dedica a Giorgia Meloni

 

 



Nel disegnino in bianco e nero, lo scenario è quello apocalittico dell'Emilia Romagna. La pianura diventa una palude, dall'acqua fanno capolino un'auto distrutta e una casa diroccata. Sul tetto, una famiglia appollaiata in attesa di soccorsi, disperata. In calce, l'annuncio del governo: "Pronti per gli aiuti necessari". Quindi Vauro disegna la premier Meloni, con giubbotto di salvataggio e megafono, che da un gommone urla agli sfollati: "Nient panico, stiamo già provvedendo a mandare altre armi all'Ucraina".

 

L'alluvione, la Meloni e le armi: guarda qui la vignetta di Vauro sul Fatto quotidiano

 

 

 

Sorvolando sui milioni di euro stanziati all'istante dall'esecutivo nelle prime ore del disastro (e il Cdm nelle prossime ore interverrà ancora, al rientro della Meloni dal G7 di Hiroshima, una volta che il calcolo dei danni sarà più preciso), è inevitabile sottolineare due aspetti di questa (triste) vignetta. L'ossessione di Vauro per le armi all'Ucraina, che più di Putin merita di essere trattata come nemico dell'Italia. E lo strano silenzio sul Pd e il governatore Stefano Bonaccini, che forse molto dovrà spiegare nelle prossime settimane su cosa è stato e non è stato fatto per prevenire un simile disastro nella regione che la sinistra governa da sempre. E Vauro, questo, lo sa benissimo.

 

 

 

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