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Generale Figliuolo? "Gravissimo", "Fuori luogo": le parole scatenano un terremoto

Elisa Calessi
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L’Emilia Romagna non sarà un’altra Irpinia. Non si ripeteranno gli errori commessi dopo il terremoto del 23 novembre 1980, che colpì parte della Campania e della Basilicata, con una ricostruzione ancora non finita. A prometterlo il commissario straordinario per il post alluvione in Romagna Francesco Paolo Figliuolo, durante un’audizione in commissione Ambiente alla Camera. L’avvertimento riguarda i controlli per lo stanziamento dei fondi, che saranno attivati dai sub commissari, cioè dai tre presidenti delle regioni coinvolte nell’alluvione dello scorso maggio: Stefano Bonaccini, Eugenio Giani e Francesco Acquaroli (la cui nomina è questione di giorni).

 

I CONTROLLI
«Bisogna fare in maniera veloce, non affrettata, ma fare bene: essere sicuri di dare a chi effettivamente ha avuto il danno», ha sottolineato il generale. «Io vengo dalla Basilicata e purtroppo nel terremoto che colpì negli anni '80 quella regione e l’Irpinia si assistette e fenomeni che qui sicuramente non capiteranno, però ritengo che a tutti i livelli un minimo di controlli veloci informatizzati vanno comunque fatti perché io, e voi parlamentari me lo insegnate, abbiamo il dovere morale e cogente di dare a chi ha patito i danni».

Parole che hanno scatenato una bufera, soprattutto dalle parti delle zone segnate dal terremoto diventato simbolo delle lungaggini della burocrazia italiana. Livio Petitto, capogruppo in Regione Campania di “Moderati e Riformisti”, ha definito quelle di Figliuolo «parole gravissime che non dovrebbero appartenere ad un uomo delle istituzioni e che offendono una popolazione, come quella dell'Irpinia, che ha pianto quasi 3.000 morti da quell'evento catastrofico e ancora oggi sconta le conseguenze del difficile processo di ricostruzione, materiale e morale. Figliuolo chieda scusa al popolo irpino».

Durissimo anche Gianfranco Rotondi, deputato di Avellino eletto con Fratelli d’Italia, secondo cui le parole del commissario straordinario sono «estremamente inopportune e fuori luogo». Le verifiche, ha spiegato Figliuolo, coinvolgeranno anche il mondo scientifico che fornirà una serie di analisi confrontandosi con quelle degli uffici dei territori. Innanzitutto, però, il generale dovrà affrontare una serie di priorità da risolvere entro gli inizi di settembre: gli interventi urgenti su argini e possibili frane e la ripartenza delle lezioni in presenza per gli studenti. In molte zone alluvionate, infatti, le scuole hanno subito danno gravissimi che le rendono inagibili. «Serve una messa in sicurezza iniziale, affinché ad ottobre con le nuove piogge ci sia un minimo di garanzia», ha detto Figliuolo. «Poi l’apertura delle scuole è uno dei pensieri primari, non averle aperte implicherebbe tragedie di tutti i tipi».

 

 

GLI ESPERTI
Infine, la ricostruzione. «Coinvolgeremo i territori, gli esperti e anche il mondo accademico», ha promesso il commissario, chiarendo che «siamo in una fase di transizione, sta terminando l’emergenza», ma siamo in una fase «i cui riverberi sono ancora in atto perché ci sono le ordinanze della protezione civile». Il lavoro «è incentrato sui lavori di somma urgenza, alcuni dei quali ancora devono partire e molti sono già partiti e necessitano di ristori per i Comuni, specie quelli più piccoli, che hanno già impiegato quelle poche risorse che avevano a disposizione e quindi si sono esposti finanziariamente». Per questo sarà appena conclusa la ricognizione dei danni e saranno a disposizione i soldi, «la prima cosa che farò sarà erogare i fondi partendo dai Comuni più piccoli». Al momento, per la ricostruzione sono stati stanziati per il 2023 un miliardo e 28 milioni di euro mentre per il 2024 e 2025 sono invece previsti rispettivamente 750 milioni e 841 milioni. Il primo passo, già definito dalla regione Emilia Romagna, sarà un piano integrato di gestione eccezionale dei rifiuti urbani, dei quali si conta di smaltire oltre 150mila tonnellate entro metà settembre prossimo. «Supporterò appieno la regione nella soluzione delle tematiche più spinose connesse al trattamento delle macerie e dei fanghi», ha assicurato Figliuolo, «profondamente convinto che troverò in tutti massimo supporto perché ritengo ancora una volta che senza un lavoro di squadra non si possano perseguire obiettivi». 

 

 

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