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De Bortoli massacra Renzi in tribunale: la stangata, quanti soldi intasca

Roberto Tortora
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L’espressione “Stantio odore di massoneria” riferito al Patto del Nazareno e l’incipit “Del giovane caudillo Renzi, che dire? Un maleducato di talento. Il Corriere ha appoggiato le sue riforme economiche, utili al Paese, ma ha diffidato fortemente del suo modo di interpretare il potere. Disprezza le istituzioni e mal sopporta le critiche” non sono considerate “diffamazione aggravata”. Questa è la sentenza, come riferisce il quotidiano “il Tirreno”, emessa dal giudice del Tribunale di Firenze, Susanna Zanda, che ha respinto la querela di Matteo Renzi, depositata nel 2020, nei confronti dell’ex-direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. L’ex-premier aveva chiesto un risarcimento di 200mila euro, ma è stato beffato lui e ora dovrà corrisponderne 15mila per aver considerato diffamatori due articoli, uno del 24 Settembre 2014 e uno del 30 Aprile 2015.

L’allusione alla “massoneria” è stata motivata da De Bortoli con un riferimento preciso al Patto del Nazareno, sottoscritto da Silvio Berlusconi, iscritto alla P2, con la regia di Denis Verdini, il cui nome era emerso nelle inchieste sulle logge P3 e P4 (e poi condannato in primo grado, ma per finanziamento illecito). Per Matteo Renzi un’altra sconfitta, dopo aver perso una causa contro Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, al quale ha dovuto corrispondere altri 42mila euro. Fallace fu la querela contro il giornalista, reo di essersi presentato come ospite in collegamento tv a Tagadà, su La7, con un rotolo di carta igienica con la faccia di Renzi posto sulla libreria alle sue spalle. E fu sempre lo stesso giudice, Susanna Zanda, a dargli torto.

 

Il senatore di Scandicci vive giorni intensi, intanto, e si è presentato in Commissione Giustizia per appoggiare in toto Forza Italia sulla riforma Nordio e creare, così, un asse in vista delle prossime elezioni europee. Non a caso, ieri il consigliere regionale toscano Maurizio Sguanci è passato da Italia Viva a Forza Italia, una mossa che sembrerebbe avere alle spalle la regia occulta di Renzi. E che segnerebbe una rottura definitiva con Calenda. Nel frattempo, mano al portafogli e altra querela temeraria respinta al mittente.

 

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