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Calenda-Renzi, "il momento di dividere i gruppi": dopo i "vaffa" sul Twiga...

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Carlo Calenda e Matteo Renzi si avvicinano alla separazione definitiva. E di fatto consensuale. La storia di un Terzo Polo naufragato a tempo record sta giungendo al termine. Lo dimostrano le parole di Roberto Giachetti. "Ha ancora senso che Azione e Italia Viva continuino a stare insieme? - si chiede il deputato di Italia Viva -. Diamo un elemento di chiarezza, ognuno starà dalla sua parte, e sapremo che abbiamo anche un altro avversario politico. Ma continuare così mi sembra assolutamente non solo devastante ma anche deprimente. Ma questa è la mia opinione che sicuramente non sarà raccolta".

 

 

Su Radio Leopolda, durante la rassegna stampa La sveglia di Bobo, Giachetti punta il dito contro gli (ex) alleati: "Ogni volta che Calenda va in tv attacca Renzi frontalmente. Io - aggiunge - ho sempre pensato che rompere quell'alleanza rappresentasse un tradimento degli elettori. Ma noi davvero siamo convinti che non sia arrivato il punto di smetterla con questa finzione, e di sottrarre gli elettori tutti, quelli di Azione e Italia Viva, all'umiliazione di una finzione, di un matrimonio nel quale c'è una parte che evidentemente non sopporta più l'altra e scarica dalla mattina alla sera nei confronti di quella parte insulti, attacchi, addirittura rinnegando le cose comuni che abbiamo messo insieme ed erano nel programma?". 

A stretto giro è arrivata la replica di Calenda che ha riportato le parole di Giachetti dicendo però la sua. "I gruppi - precisa il leader di Azione - lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni". 

 

 

Nei giorni scorsi motivo di dissidio tra Azione e Italia Viva erano state le famose serate al Twiga, lo stabilimento di Forte dei Marmi che Daniela Santanchè ha aperto insieme a Flavio Briatore prima di cedere le sue quote. Alla cena lo stato maggiore renziano: Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi e Luciano Nobili. Apriti cielo, soprattutto se si va ad aggiungere alla scelta di Iv di non chiedere alla ministra del Turismo alcun passo indietro in Parlamento. Pur non avendo votato la mozione di sfiducia, il partito di Calenda aveva ritenuto "le cene del tutto inopportune".

E la reazione del renziano Bonifazi non era mancata: "Sono stato a cena al Twiga venerdì sera. Come era già stato altre volte essendo da sempre un frequentatore della Versilia. Potrei fare l’elenco dei parlamentari di tutti gli schieramenti che ho visto in quel locale. Leggere che Carlo da Capalbio pretende di decidere lui che cosa devo fare io il venerdì sera mi dà l’impressione di un uomo che non ha nulla di liberale ma che sogna uno stato etico". Che sia stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

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