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Elon Musk, l'ultimo provocazione: come fa impazzire i "buoni e giusti"

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Elon Musk

Leporello
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Scorrettissimo Elon Musk. Il visionario multimiliardario se la gode a sfruculiare i buoni & giusti.

Come Fantozzi urla sulla Corazzata Potemkin, così il patron di Tesla sbeffeggia i pilastri del politicamente corretto: migranti (contro la gestione di Biden e della Germania), Covid (no all’imposizione del “vaccino” per lavorare), libertà di parola (sfotte Trudeau per i limiti alla libertà d’espressione) e Zelensky («non chiede aiuti da 5 minuti»).

Basite, le fattucchiere nostre, ovvero i giornali di John Elkann, Carlo De Benedetti e la tivù di Urbano Cairo, abituate a derubricare a “bizzarrie” le bordate di Musk, utilizzano per lui il collaudatissimo “metodo Landini” (mai citare Stellantis).

 

Le ultime uscite social di Elon provocano in tutti loro dolorose eruzioni digitali, roba che il fuoco di sant’Antonio è solletico. Cosicché, rotti gli indugi, fremiti di democratico sdegno percorrono il web inchiodando il reprobo e oramai fascistoide alle sue responsabilità: «fake news», «mancanza di trasparenza dell’algoritmo», «interferenze inaccettabili» e «complottista globale». Critiche verbose, ma legittime, se non fosse per un particolare: si sfogano e si lamentano su X (già Twitter) di cui Musk è proprietario. Liberamente. Senza che nessun “fact-checker” li censuri come invece lorsignori da sempre fanno. A danno di chiunque coltivi dubbi e non ceda a paturnie.

 

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