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Israele, Federico Rampini: "Le pressioni di Joe Biden", il tassello decisivo?

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L'offensiva di terra nella Striscia di Gaza, annunciata e attesa da giorni, nella tarda mattinata di domenica 22 ottobre non è ancora iniziata. I rischi dell'iniziativa militare sono altissimi: non solo per Israele, le cui forze sarebbero costrette ad operare in un territorio insidiosissimo. I rischi infatti sono alti anche a livello internazionale: il timore è un'escalation del conflitto, magari con l'ingresso dell'Iran.

E del fatto che Israele ancora non abbia attaccato se ne parlava a Stasera Italia, il programma di Rete 4, nella serata di sabato 21 ottobre. Ospite in collegamento ecco Federico Rampini, firma del Corriere della Sera, il quale si spende in alcune considerazioni sullo scenario, su quello che sembra essere una sorta di stallo.

 

"Qui c'è la sensazione che la relativa cautela dimostrata finora dalle forze armate israeliane sia anche dovuta alle pressioni di Joe Biden - premette Rampini -. Prima di questa vicenda, Biden e Benjamin Netanyahu avevano un pessimo rapporto e Biden aveva poca capacità di pressione su Netanyahu, ma ora il primo ministro israeliano è talmente indebolito dalla debacle iniziale che è costretto a tenere conto delle pressioni americane", sottolinea. Infine, sul futuro di Gaza, aggiunge: "Probabilmente ha ragione Marta Dassù: lo scenario è quello di un protettorato internazionale", conclude Federico Rampini.

 

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