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Nicola Porro durissimo contro Papa Francesco: "La sacralità non c'è più? Meglio"

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Non fa sconti a nessuno, Nicola Porro. Nemmeno a Papa Francesco. Già, perché il conduttore di Stasera Italia, nella sua consueta Zuppa di Porro, la rassegna stampa che cura online, mette nel mirino niente meno che Bergoglio.

Il presupposto è un estratto dell'ultimo libro del Pontefice, pubblicato su La Stampa di oggi, lunedì 23 ottobre. Papa Francesco parla di immigrazione e di attentati, della minaccia che ormai ci accompagna quotidianamente da anni. E mette nero su bianco: "L’integrazione non è facile? Dipende da come viene fatta: dal modo in cui si fomenta la convivenza". E ancora: "Il problema, in Europa, è che in alcune città si formano ghetti di immigrati. Questo non è positivo". Dunque, il passaggio che più degli altri ha fatto saltare a Porro la proverbiale mosca al naso: "C’è stato un caso di giovani che hanno perpetrato un attentato con decine di morti e feriti. […] Il rischio di cadere nell’alcolismo, nella droga o di delinquere per sopravvivere è alto. Finanche nella tentazione del suicidio. Per non parlare di chi invece si ritrova coinvolto con l’Isis (o le altre organizzazioni terroristiche, ndr). Ci sono casi in cui vengono portati in Paesi africani e in Afghanistan per addestrarli", scrive il Santo Padre.

 

E il giornalista non apprezza la presa di posizione, bollando le parole del Papa come un tentativo di scaricare le responsabilità dei problemi affrontati sui paesi ospitanti, i quali si comporterebbero in modo inaccettabile con lo straniero. "La questione del Papa è favolosa. Intanto se avessi quel ruolo non mi farei mettere nell’ultimo trafiletto della prima pagina de La Stampa, come se fossi uno scrittore qualsiasi", premette Porro. Poi, l'affondo: "Un tempo c’era una sacralità in questa figura, poi capisci bene perché è meglio forse che questa sacralità non ci sia più", picchia durissimo. E ancora: "Nel momento in cui vediamo gli israeliani massacrati dal fondamentalismo islamico, o quello che in Europa è successo con gli attentati, non si può definirli giovani. Questi, piuttosto, sono dei terroristi di mer***", conclude un furibondo Nicola Porro.

 

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