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Formigli contro Meloni: "Vuole mettere in riga La7"

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Quella di Corrado Formigli non è solo una copertina-editoriale. No, PiazzaPulita su La7 si apre con un manifesto programmatico, un attacco frontale al governo, a Giorgia Meloni e a Fratelli d'Italia in testa. Un misto di vittimismo, populismo, retorica anti-Casta funzionale a imbastire una trasmissione che ancora una volta, spaziando da un argomento all'altro, viaggia spedita e senza intoppi sui binari dell'anti-governismo. Ma il confine tra "tv d'opposizione" e faziosità è molto labile, e spesso Formigli lo scavalca con un agile balzo.

"Cos'abbiamo qui - esordisce il conduttore -. Abbiamo il cognato della premier, Francesco Lollobrigida, che fa il ministro e che usa il treno Frecciarosse come fosse al suo servizio. Sicché, visto che il treno fa ritardo - e qui la battuta viene scontata, finché c'era LUI arrivavano in orario... - il cognato-ministro chiede di scendere a Ciampino dove non è prevista la fermata. Ma lui non vuole farsi 2 ore di ritardo come i comuni mortali quindi chiama l'amministratore delegato di Trenitalia e si fa fermare il treno. Deve andare a Caivano, con la scorta, per poi tornare in tempo per essere ospite d'onore di un programma di prima serata della Rai. Avete mai visto voi un Frecciarossa che fa scendere qualcuno dove non è previsto? Quanti magistrati, giudici, medici o persone attese dall'appuntamento della loro vita e in ritardo hanno avuto la possibilità di telefonare e scendere da un treno in corsa. Io mai, ma il cognato ministro può tutto perché lui è il cognato e voi non siete niente". 

 

 

 

Segue canonico servizio di "vox populi" tra i pendolari nella stazione di Acilia, tutti indignati.  Si ritorna in studio, e Formigli parla di "abuso di potere" per poi spostare l'obiettivo della sua invettiva verso Giorgia Meloni. "Per lei dire come ha fatto la nostra Lilli Gruber che il suo governo non brilla per il contrasto al patriarcato è una offesa gravissima che merita un post sui social e attacco diretto a un giornalista. A Meloni è capitato altre volte e questo si vede più nelle autocrazie che nelle democrazie. Poi c'è lui, il presidente della Commissione Cultura alla Camera Federico Mollicone. Vuole convocare l'editore di La7 Urbano Cairo e la Gruberi in Commissione editoria per violazione del pluralismo. Cioè, dopo aver occupato la Rai fino all'ultimo sgabello e avere le tre reti Mediaset al loro fianco, ora Fratelli d'Italia vuole mettere in riga l'unica rete generalista d'informazione completamente indipendente, la nostra". 

 

 

 

"L'artificio per colpire chi critica è il solito: vietano ai loro di andare in quei programmi, e nel nostro caso accade anche con la Lega, poi si lamentano dicendo che in quei programmi non ci sono e sono squilibrati. Chiedo alla Meloni: chiede di tenere ancora al suo posto il cognato ministro capotreno Lollobrigida? E a proposito del pluralismo, crede che vietare ai suoi ministri e parlamentari di andare in una trasmissione, come se fosse un caserma, favorisca o danneggi l'informazione?".
 

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