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Paolo Crepet, il dubbio su Gino Cecchettin: "Perché è andato da Fabio Fazio"

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Un'intervista che ha fatto riflettere. E che ha fatto molto rumore. Si parla di Gino Cecchettin, ospite di Fabio Fazio la scorsa domenica a Che tempo che fa, il programma in onda su Nove. Il padre di Giulia Cecchettin, la 22enne brutalmente assassinata dal suo ex, Filippo Turetta, in televisione ha ribadito la volontà di impegnarsi nella lotta contro al patriarcato. Dunque alcune prese di posizione sulle quali qualcuno ha avuto da eccepire, per esempio quelle sulle frasi che, secondo Cecchettin, dovrebbero essere cancellate poiché retaggio del passato ("la mia donna", "un confronto da uomo a uomo").

Ma non si ragiona soltanto sulle parole del padre. Si ragiona anche sulle motivazioni più profonde, per certi versi imperscrutabili, che potrebbero averlo spinto ad andare in tv in un momento come questo, drammatico, il momento di un lutto che per essere elaborato, ammesso e non concesso si riesca a farlo, richiederà moltissimo tempo.

A ragionare su queste motivazioni è lo psichiatra Paolo Crepet, che interpellato da Affaritaliani.it sull'ospitata - opportuna oppure no? - risponde: "Potrebbe essere un modo per non affrontare il proprio dolore. Se così fosse, però, e sarebbe comprensibile, questa necessità di andare a cercare, di andare a spiegare ciò che lui stesso ha imparato da questa enorme disgrazia dovrebbe fare anche io conti con il fatto che, una volta finita la trasmissione, Gino torna a casa ed è solo".

 

E ancora, aggiunge Crepet: "Insomma, se fosse così dovrebbe al più presto trovare altri strumenti per comunicare questa sua, per esempio, intenzione abbastanza esplicita di fare una fondazione". In ogni caso, lo psichiatra si è poi affrancato dalle polemiche che stanno colpendo il padre di Giulia: "Tutta questa querelle mi sembra di pessimo gusto. Io rispetto profondamente quest’uomo, qualsiasi cosa faccia o decida di fare". "L’unico e principale rischio cui va incontro Gino Cecchettin, ma anche sua figlia Elena, è quello di rimanere solo", conclude dubbioso e un poco tormentato Paolo Crepet.

 

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