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Gino Cecchettin, Tommaso Cerno: "Martin Luther Cecchettin, perché non è un esempio"

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"Un silenzio drammatico". Tommaso Cerno esordisce così parlando dei tweet sessisti pubblicati da un account Twitter con il nome e la foto di Gino Cecchettin, padre della 22enne Giulia uccisa dall'ex fidanzato. Per il direttore de L’Identità "non è detto che Gino sia un esempio da seguire in tutto e per tutto. Non per forza queste tragedie capitano a casa di Martin Luther King". Raggiunto dai microfoni di RadioRadio, l'ex parlamentare del Pd parla di Cecchettin come "una persona normale, come ognuno di noi. E che non per forza deve diventare un esempio".

Invece quanto accaduto è l'esatto opposto: "Con un impeto di violenza, come quello che ha portato Turetta a non gestire un abbandono e trasformarlo in un crimine, il nostro Paese si è schierato affinché il papà di questa donna possa diventare un simbolo". Eppure quelli che Cerno definisce "dubbi legittimi" non mancano. Finita qui? Niente affatto: "Non funziona come in Harry Potter, non ci sono Grifondoro o Serpeverde, ci sono sia luce che oscurità. E a scuola vada chi ha qualcosa da dire. Questo eccesso che c'è in Italia è il male, usciamo dal metodo giornalistico e ci dividiamo in fazioni: o è tutto giusto o è tutto sbagliato". Il risultato? "Siamo un po' più violenti del giorno prima".

 

 

Nel mirino del giornalista il fatto che gli studenti debbano studiare "Martin Luther Cecchettin e i funerali di Giulia, nonostante abbiano letto i tweet che Gino ha scritto in precedenza sui social. Questa è la castroneria alla quale ci stanno abituando". Infine il riferimento all'intervista a Fabio Fazio, durante Che Tempo Che Fa: "Lui ha scelto di non chiedergli dei tweet, ma noi non dobbiamo fare finta che non esistano". 

 

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