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Massimo Gramellini contro Spalletti: "Perché non deve andare ad Atreju"

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"Luciano Spalletti, no": per Massimo Gramellini è assurdo che il ct della Nazionale partecipi ad Atreju, il consueto appuntamento di fine anno di Fratelli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. Un evento a cui hanno sempre partecipato non solo membri di partito o comunque personalità vicine alla destra, ma anche rappresentanti della sinistra. Una festa trasversale, insomma. Non la vede così l'editorialista del Corriere della Sera che, nella sua rubrica "Il caffè di Gramellini", oggi intitolata "Spalletta nera" con chiaro riferimento sia al cognome del noto allenatore sia al brano fascista "Faccetta nera", scrive: "Non trovo sorprendente né scandaloso che alla festa dei Fratelli d’Italia partecipino il franchista Santiago Abascal e il genio distopico di Elon Musk, l’uomo che mi affascina e spaventa di più al mondo, perché penso sarebbe capace di trovare la cura per il cancro come di sganciare la bomba atomica. Non mi sarei scandalizzato neanche se ci fosse andata Elly Schlein: anzi, lo avrei trovato un gesto di notevole intelligenza politica. Ma Luciano Spalletti, no".

Secondo Gramellini, sarebbe sbagliata la partecipazione all'evento di personalità "super partes": "Allegri e Inzaghi possono andare dove vogliono: sono allenatori di club, quindi di una fazione. Ma Spalletti ha perso quella libertà nel momento in cui ha accettato di sedersi sulla panchina di tutti". Poi la precisazione: "Ovviamente avrei scritto le stesse cose se avesse deciso di presentarsi a un convegno del Pd". E ancora: "Resto dell’idea che adesso Spalletti sia come Fiorello: un patrimonio della Nazione da sottrarre anche solo al sospetto di strumentalizzazioni di parte".

 

 

 

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