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Lerner contro Rampini: "Non bastava Vannacci, ora anche lui le spara grosse"

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Sembrano lontani i tempi in cui Gad Lerner e Federico Rampini erano colleghi a Repubblica. Ora il primo sembra non risparmiare colpi al secondo. "Leggo ora sul Corriere della Sera che, secondo Federico Rampini, 'nelle grandi università americane domina un pensiero unico allineato con l'estrema sinistra'. Aiuto - cinguetta su X -, non ci bastava il generale Vannacci a spararle grosse?". Insomma, il giornalista contesta la testimonianza dell'inviato. Un racconto in cui Rampini torna sulla "capa di Harvard salvata in nome della libertà di espressione". La stessa libertà di espressione che "ha fatto paurosi balzi indietro".

La firma del Corsera parla di una "censura delle voci scomode" che sarebbe "una pratica abituale. Nelle grandi università americane domina un pensiero unico allineato con l'estrema sinistra".  E ancora, Rampini parla di "decine di conferenze, lectio magistralis, dibattiti e confronti pubblici, sono ormai disdetti ogni anno perché il relatore o la relatrice principale è finito su una lista nera: per aver detto in passato qualcosa che è stato giudicato offensivo". Giudicato offensivo da chi?

 

 

"La stragrande maggioranza degli speaker si è visto negare l'accesso al campus universitario dopo che gruppi militanti dell'estrema sinistra hanno lanciato campagne contro di loro. Rettori e presidi si piegano, intimiditi, revocano gli inviti anche all'ultimo momento pur di evitare il peggio: contestazioni, proteste, boicottaggi che possono degenerare nella violenza". Non per Lerner, convinto che Rampini "le spara grosse" come quelle del generale Roberto Vannacci finito nell'occhio del ciclone per alcune frasi pronunciate all'interno del suo libro.

 

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