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Chiara Ferragni, si muove anche la procura di Cuneo

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Il caso del pandoro "griffato" Chiara Ferragni cresce. Dopo l'inchiesta aperta dalla Procura di Milano, si muovono i giudici di Cuneo. Nella città piemontese sarebbe stato aperto un fascicolo per ora senza ipotesi di reato né indagati. Si tratta - come riporta l'edizione on line del quotidiano Secolo XIX - di un passaggio necessario per lo svolgimento dei primi accertamenti, essendo Cuneo competente per territorio su Fossano. Proprio dove ha sede l'industria dolciaria Balocco. Intanto l'avvocato che rappresenta l'influencer, Marcello Bana, ha incontrato il procuratore aggiunto Eugenio Fusco titolare dell'inchiesta. Il caso è quello dei 'Pandoro Pink Christmas' di Balocco e la beneficenza all'ospedale Regina Margherita di Torino. Vicenda che ha portato l'Antitrust a multare l'imprenditrice digitale per oltre un milione di euro e l'industria dolciaria per 420mila euro.

 

 

Da quanto fatto trapelare da fonti in Procura, sarebbe "impraticabile" al momento un'ipotesi di reato per truffa perché mancherebbero tutti i presupposti dell'illecito sia a carico di Ferragni quanto delle società Fenice srl e TBS Crew srl che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla figura della 36enne. Acquisita dalla Guardia di Finanza di Milano anche la documentazione presso l'Antitrust che ha definito i comportamenti di Ferragni e Balocco come una "pratica" che "ha limitato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori facendo leva sulla loro sensibilità verso iniziative benefiche, in particolare quelle in aiuto di bambini affetti da gravi malattie". 

 

 

Il caso, che potrebbe allargarsi alla campagna sempre di Ferragni per le uova di Pasqua, porta il presidente di Assocomunicatori a presentare un appello. "A questo punto - spiega Domenico Colotta -, non è più rinviabile una regolamentazione giuridica della figura degli influencer, volta a dare un'efficace tutela ai professionisti che svolgono tale attività con serietà, e in grado di garantire ai consumatori una comunicazione pubblicitaria trasparente e ispirata a principi etici. L'attuale far west normativo sta creando modelli che non possono essere da esempio per le giovani generazioni".

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