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Otto e Mezzo, Travaglio si scatena contro gli Usa: "Una vergogna per l'impero del bene"

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Giorni in cui, per ovvie ragioni, il dibattito si concentra sulla morte di Alexei Navalny. O meglio, sull'omicidio del dissidente russo, morto in carcere dopo una persecuzione durata anni. Un caso terrificante che porta la firma in calce di Vladimir Putin, tanto che nelle ultime ore tutti gli ambasciatori russi nei paesi Ue sono stati convocati per riferire sull'episodio e per provare a dare spiegazioni convincenti. Missione impossibile, ovviamente.

Ma nei giorni in cui si parla della morte di Navalny, ecco che c'è chi punta i riflettori anche su un altro "dissidente", ovvero Julian Assange, mister Wikileaks, sul cui destino è chiamata a pronunciarsi l'Alta Corte di Londra. Assange nel 2010 pubblicò documenti riservati di istituzioni e autorità mondiali, gli Usa lo accusano di "spionaggio" e "furto di informazioni riservate". Negli Stati Uniti lo attenderebbe l'ergastolo.

 

 

E così, ecco che abbiamo un Alessandro Orsini che, da Bianca Berlinguer a Prima di Domani su Rete 4, eccepisce ricordando come chi manifesta per Navalny dovrebbe o avrebbe dovuto farlo anche per Assange. E sulla stessa linea ecco Marco Travaglio, per il cui Fatto Quotidiano Orsini scrive, il quale dice la sua a Otto e Mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7. "Assange? Negli Stati Uniti rischia anche la pena di morte... per aver fatto il giornalista! E noi poi saremmo i buoni. Doveva vincere il premio Pulitzer. È una vergogna per l'impero del bene!", conclude Travaglio picchiando duro contro Occidente e Usa.

Otto e Mezzo, Travaglio su Julian Assange: qui il video

 

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