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Giorgio Armani non si fa tirare per la giacca (e apprezza gli attributi di Meloni)

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Brunella Bolloli
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Aspettiamo ansiose il coro delle indignate pronte a incasellare Giorgio Armani nell’odiatissima categoria dei sessisti. Il re della moda stavolta l’ha fatta grossa: a margine della sua sfilata milanese, a un giornalista inglese che gli chiedeva un commento sul governo italiano di «estrema destra» ha risposto che Giorgia Meloni «ha due elementi in corpo abbastanza robusti, non ce li ha ma è come se li avesse», ha specificato. Fuori dal giro di parole, ha ammesso che la premier è una donna con le palle. È volgare dirlo? Per una parte dell’ampia galassia femminista da centro sociale che scende in piazza ogni 8 marzo e si esibisce in storpiature lessicali (la sindaca, la presidenta, l’ingegnera) come soluzione a una parità di genere che ancora non c’è, sì. È vietato, quasi blasfemo. Da aborrire. Accostare a una signora i famigerati attributi che rimandano all’attrezzo dell’uomo, una volta era quasi un complimento, oggi invece è quanto di più maschilista possa esistere, peggio: è inelegante. E proprio da un maestro di stile come lui questo scivolone non ci voleva.

Ma qui non si sta parlando solo della moda di Armani, sebbene lui abbia ne abbia fatto cenno parlando della Meloni: non si sta discettando dell’iconico blazer firmato Armani, della giacca da donna ideata a partire dalle linee da uomo, né dei tailleur pantalone fatti sfilare in passerella dalle modelle più belle del mondo con una cravatta distratta sopra una camicia di seta aperta il giusto. Non si mette in discussione il genio di questo mancato medico, classe 1934, che ha saputo cucire addosso a donne e uomini (è il caso di dirlo) abiti da sogno eppure comodi, essenziali. Nessuno, neppure a sinistra, può pensare di criticare King George come lo star system ha cominciato a chiamarlo dal 1975 , per le sue creazioni, che oltretutto hanno reso celebre l’Italia all’estero.

 



E però le esternazioni di ieri sulla Meloni «con due attributi importanti» sono quelle che fanno rabbrividire le varie Schlein (consigliata nel look dall’armocromista) o Laura Boldrini che da presidente della Camera si fece cambiare la carta intestata di Montecitorio o le erinni del politicamente corretto sempre in lotta con la cultura patriarcale e la destra misogina.

Perché ricorrere al confronto con l’uomo, che per natura è dotato di palle (che poi le usi o no è un’altra questione), è un paragone che alle femministe di oggi non piace e da un parte hanno ragione: noi non siamo come loro, non siamo quelli là, non siamo maschi che spesso e senza eccessivi sforzi ottengono ciò che vogliono. Le differenze ci sono.

Le donne si sbattono per ottenere dei risultati, spesso quando non arrivano si abbattono, ma se invece ce la fanno e riescono a farsi rispettare anche rispondendo con un sorriso e un’alzata di spalle all’ennesima giornata no, allora significa che sono forti e, in sintesi, allora sono “come” gli uomini. Giorgio Armani è da criticare perché ha detto che la nostra presidente del Consiglio ha ottenuto dei risultati al pari degli uomini? Davvero, come ha scritto ieri qualche leone da tastiera unito ai soliti radical chic altezzosi e catastrofisti «ci siamo giocati pure Armani?». Noi non crediamo. Signori, non tiriamo re Giorgio perla giacchetta. Anzi, perla sua giacca. Quella di taglio maschile, simbolo di una moda genderless che soddisfa maschi e femmine, Lgbtq+ e queer. Una moda che piace a tutti perché non dà giudizi, non è stereotipata, è stata visionaria come chi l’ha disegnata: così androgina per le ragazze, che fossero in carriera o meno, non è mai stato un problema. I concetti chiave di GA sono sempre stati: praticità e libertà. E con la stessa libertà ieri lo stilista dagli occhi di ghiaccio ha risposto alle domande sul governo italiano e sul nostro premier Meloni. «Sulla politica e le strategie che mette in atto non sono così competente», ha dichiarato. «Mi secca a volte vederla così piccolina e minuta in Europa in mezzo a tanti statuari ed eleganti signori, lei lì con la sua giacchettina, ma ha un bellissimo viso». E anche questa frase ad alcuni non è andata giù. Vietato complimentarsi con la Meloni. Dire che sta facendo bene come e al pari degli uomini e ha un bel viso, perché mai? Tirano per la giacca Armani. Icona di stile. Genio italiano. Che peccato.

 

 

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