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Nicola Porro, denuncia sul politicamente corretto: "Questa moda è pericolosissima"

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"Afuera!" è il grido di battaglia di Javier Milei, il nuovo presidente dell'Argentina che ha vinto le elezioni sostenendo che "lo Stato un’associazione a delinquere finalizzata alla spesa". Un concetto che ha ribadito anche a Quarta Repubblica lo scorso 12 febbraio durante l'intervista esclusiva rilasciata a Nicola Porro che ritiene "in termini assoluti non sia una stupidaggine, ma una boutade in termini di comunicazione politica". Porro lo ha spiegato chiaramente sulle colonne del Riformista interpellato da Annarita Digiorgio sulla possibilità che anche l'Italia possa avere un suo Milei. "Non c’è e non ci sarà perché l’Italia non sente di avere bisogno di uno shock di quel tipo. E perché soprattutto i giovani non stanno male quanto stanno male i giovani argentini". "Per avere un Milei, come per avere una Tatcher", continua Porro," ci vuole un Paese distrutto. Quando Margaret vinse le elezioni l’Inghilterra cercava di avere aiuti dal fondo monetario internazionale, come si trova adesso l’Argentina. L’Italia grazie al cielo non è in quella condizione, quindi è più difficile immaginare un’Italia mileiana, perché non abbiamo toccato il fondo neanche lontanamente".

Nell'intervista Porro dice la sua anche sul governo Meloni definito "timido sulle riforme", ma ritenuto "un buon argine al politicamente corretto". "Penso che abbia veramente un ruolo positivo", dice il giornalista. "Sta facendo un lavoro di argine verso questa moda che io penso sia passeggera ma pericolosissima. Avere quest’argine è in questo momento il merito più grande del dna di questo governo, perché penso che tutti i membri di questo governo siano tutti immuni da questo virus". E a questo proposito arriva la domanda sul delitto di Giulia Cecchettin: "Ti senti responsabile?", gli ha chiesto Annarita Digiorgio. La risposta: "No e penso che l’idea che si responsabilizzi genericamente tutto l’universo maschile per quel tre mendo omicidio rappresenti una deresponsabilizzazione non accettabile per quella vicenda e per i femminicidi". 

 

 

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