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Roberto Saviano, fango su Meloni: "Perché ha imposto la mia cacciata dalla Rai"

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Roberto Saviano non si smentisce mai e torna ad attaccare Giorgia Meloni e il governo. Per farlo, lo scrittore ha deciso di sfruttare una tragica ricorrenza come quella dell'omicidio di Don Giuseppe Diana, assassinato 30 anni fa dalla camorra a Casal di Principe per il suo impegno contro la criminalità organizzata. Ovviamente, non può mancare un'abbondante dose di autoreferenzialità nel post che ha diffuso sui social, accusando l'esecutivo di non interessarsi di temi di mafia. 

"Il governo Meloni ha imposto alla Rai la cancellazione della mia trasmissione 'Insider'. Sarebbe dovuta andare in onda lo scorso novembre su Raitre e un'intera puntata era dedicata a don Peppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso 30 anni fa nella sua parrocchia, nel giorno del suo onomastico, per aver denunciato le logiche del clan. La Rai ha bandito il racconto delle mafie, il cui contrasto non è mai stato per Giorgia Meloni e per il suo partito una priorità", ha ribadito l'autore di Gomorra, una versione però già ampiamente smentita ai tempi della cancellazione del suo programma.

A Saviano proprio non è andata giù la scelta della Rai di cancellarlo dalla tv pubblica. Un atto che, secondo l'autore di Gomorra, sarebbe stato orchestrato proprio da Giorgia Meloni a causa dell'antipatia personale fra i due. Peccato che Saviano dimentichi di aver fatto tutto da solo. Nei suoi confronti era stato infatti applicato il codice di condotta Rai che - dopo la condanna stabilita dal Tribunale di Roma per gli insulti rivolti a Salvini e Meloni - lo ha automaticamente escluso. Lo scrittore, durante una puntata di Piazzapulita, aveva definito il premier e il ministro delle Infrastrutture dei "bast***". Termine che gli era costato una querela da parte dei diretti interessati e una condanna a risarcirli con mille euro a testa. Tanto è bastato per applicare il codice etico della tv di Stato e cancellare il suo programma. Questa la vera storia.

 

 

 

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