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Del Debbio contro Scurati: "Il più grande scrittore di sto c***zo"

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"Non è il nuovo Matteotti". Paolo Del Debbio, nel bel mezzo del dibattito a Dritto e rovescio, su Rete 4, prende la parola per frenare gli ardori dei suoi ospiti e in particolare quelli di Paolo Cento, storico esponente dei verdi e del centrosinistra italiano, che dipinge Antonio Scurati come un martire, una vittima del regime (immaginario) in cui avrebbero fatto sprofondare l'Italia Giorgia Meloni e il governo di centrodestra.

A quasi una settimana dal caso Che sarà, con l'ospitata dello scrittore della trilogia M su Mussolini saltata poche ore prima della diretta, la situazione è ormai sfuggita al controllo. Scurati, fin dal giorno successivo, ha parlato ovunque, compresa la piazza milanese del 25 aprile, per attaccare l'esecutivo.

 

 

 

Giovedì sera un servizio di Dritto e rovescio lo ha ripreso mentre si sottrae alle domande dei giornalisti, preferendo forse i monologhi solitari sul palco di fronte a un pubblico in adorazione. Ed è qui che Del Debbio, tornati in studio, inizia a storcere il naso: "Il mondo è bello perché è vario, è suo diritto non rispondere, ma dopo tutto ‘sto casino che hai fatto due risposte le potevi dare".

 

 

 

Quindi segue il dibattito, con Cento indignato per il trattamento subito a suo dire da Scurati. Una offesa alla democrazia e alla libertà, lascia intendere. E Del Debbio non può trattenersi, a questo punto, dal replicare con una punta di sarcasmo: "Me lo devi dimostrare. Il più grande scrittore del nostro secolo di stoca***o. Mamma mia ‘sto Scurati, non è mica Dante. E’ un buon scrittore, non facciamone però il novello Matteotti".

 

 

 

"Mi faccia una cortesia - dice poi il conduttore Mediaset rivolgendosi all'altro ospite, il meloniano Giovanni Donzelli -: se conosce qualcuno alla Rai, gli fa fare un monologo di trenta minuti, così ci togliamo dai cog***i ‘sto problema? Trenta minuti con la totale libertà di dire tutto quello che vuole, contro chi vuole, così non mi devo più occupare del caso Scurati. Mi ha sfinito".

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