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Il nuovo bestiario degli intellettuali

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Sono più di trent’anni che gli intellettuali del Belpaese delle lettere senza letterati non ne azzeccano una. Odiano il popolo, strillano contro i populisti, sono diventati impopolari. Qualsiasi cosa producano le loro menti, la buttano in politica sperando nella caciara, l’unico modo che hanno di farsi notare (e di fatturare), questi geni incompresi. Avendo poca o nessuna rilevanza nell’arte del romanzo, del racconto, del cinema, hanno puntato tutto sul nemico.

Chiusa la contestazione, messo in soffitta l’album degli annidi piombo, scoprirono di aver perso la guerra delle idee quando il muro di Berlino gli crollò addosso, così presero un po’ di ossigeno tirando colpi di clava su Bettino Craxi. Se ne sbarazzarono per via giudiziaria, ma dell’omone con il garofano all’occhiello rimasero le intuizioni e le premonizioni su quel che sarebbe arrivato dal fantastico mondo dei sinistrati. In fondo, avevano ancora il controllo dell’immaginario, cribbio, e pur travolti dalla storia, i compagni stravolsero ancora il racconto nazionale, sconfitti del socialismo irreale, ma con la penna inesauribile dei vincitori (...)

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