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Medjugorje, Paolo Brosio: "Ho pianto, ci sono voluti più di 40 anni. Per chi è uno smacco"

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«Questa è una giornata epocale, unica, straordinaria. Quando l’ho saputo, ho pianto». Paolo Brosio, storico devoto della Madonna di Medjugorje, raggiunto dall’Adnkronos proprio mentre si trova al santuario, ha commentato così il via libera al culto pubblico di Medjugorje emesso ieri dalla Santa Sede.

«Ci sono voluti più di 40 anni, ma finalmente è arrivato il disco verde: questo luogo ha viaggiato forte pur avendo i freni tirati, e adesso andrà sempre più forte. Quella del Vaticano è una decisione che rappresenta anche uno smacco per chi derideva e prendeva in giro chi ha deciso di credere. Mi sento più che un giornalista, un tifoso della curva della Madonna», continua scherzando.

Per Brosio, giornalista e scrittore che proprio al santuario bosniaco ha riscoperto la fede, «quello di Medjugorje è un luogo misterioso, sovrannaturale, avvincente. Oggi sento di passare dalle mani di mia madre, volata in cielo lo scorso anno, a quelle della Madonna».

 

 

 

Il giornalista si trova nella località in Bosnia Erzegovina dove, dopo aver costruito le case per orfani e anziani abbandonati a Vionica da suor Cornelia, ora sta costruendo un ospedale di Pronto Soccorso della pace: «Sento di doverlo fare, anche perché il più vicino è a chilometri di distanza su una strada infernale». Sono già stati investiti più di 700mila euro fra terreno e costruzione, «ne servono altrettanti. Né la Chiesa né i frati non mi hanno dato niente, mi hanno aiutato il costruttore bosniaco e il comune di N Citluk (dove ha sede il santuario, ndr). I primi fondi», ricorda, «mi sono giunti da Mediafriends e dalla trasmissione Scherzi a Parte (Brosio fu vittima di una finta telefonata da Papa Francesco, che poi lo ricevette in Vaticano, ndr). La fede è bella, ma senza carità - conclude - è sterile».

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