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Giuliano Amato, il trucco con cui fece la rapina del secolo

 Giuliano Amato

Francesco Storace
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Si potrà raccontare che da quel prelievo forzoso nacque la seconda repubblica. Leggendo la splendida pagina del Corriere di ieri con l’intervista all’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio realizzata dalla penna spettacolare di Francesco Verderami, capisci come quella rapina orchestrata da Giuliano Amato, nata per proteggere i conti della Repubblica, finì per scassarne le istituzioni e la loro credibilità. Perché non puoi venire nottetempo e derubarmi dei sacrifici che ho fatto. Quel sei per mille del luglio 1992 resterà nella triste storia di una democrazia che, more solito, trasferiva ai cittadini i debiti dello Stato. Strangolava le famiglie per salvare le proprie gozzoviglie degli anni della dilapidazione delle risorse pubbliche. Più recentemente tememmo il bis col governo di Mario Monti, ma nemmeno la fantasia del banchiere issato da Napolitano a Palazzo Chigi arrivò a ripetere il delitto Amato contro i cittadini che arrivarono a maledire il conto in banca. In quel luglio’92 eravamo sotto Tangentopoli, l’odio contro la politica imperversava e l’Italia era innamorata del pool mani pulite.  (...)

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