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Meno fumatori nel nostro Belpaese

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Sono 11 milioni gli italiani col vizio del fumo. 2milioni in meno rispetto al 2009

Tatiana Necchi
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Meno tabagisti nel Belpaese. L'Italia inverte la tendenza dopo la brusca impennata del 2009. I fumatori dall'inizio di quest'anno sono 11,1 milioni: 2 milioni in meno rispetto all'anno scorso. È quanto emerge dai dati dell'annuale indagine della Doxa, elaborati dall'Istituto superiore di sanità: «Non sono numeri eclatanti», avverte Piergiorgio Zuccaro, direttore dell'Osservatorio nazionale su fumo, alcol e droghe dell'Iss, intervenuto oggi a Milano a un incontro organizzato dalla Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori). E in effetti il crollo di 5 punti percentuali rispetto al 2009 non ha fatto altro che portare l'esercito di italiani stregati dalle bionde agli stessi livelli di due anni fa. «Sono oscillazioni non significative - riflette Zuccaro - Per ora non abbiamo visto una tendenza decisa alla diminuzione. Il calo dei fumatori è lento e per avere risultati soddisfacenti dovremmo aspettare 50 anni». La sigaretta in Italia si colora sempre più di rosa. Ma c'è una cosa da notare. Il freno ai consumi è merito più degli uomini che delle donne, fra le quali resiste uno zoccolo duro difficile da scalfire. Il gentil sesso registra un calo di soli 2,5 punti percentuali. Le donne non solo non hanno recuperato rispetto al picco del 2009, ma sono ferme a una prevalenza del 19,7%, quasi equiparabile a quella del 2006 che superava di poco il 20%. «Nulla si muove sul fronte rosa - sottolinea Zuccaro - Per la prima volta il differenziale fra uomini e donne si abbassa in maniera decisa. Abbiamo 5,9 milioni di fumatori e 5,2 milioni di tabagiste». Le due metà del cielo sono sempre più vicine e convergono verso gli stessi livelli di dipendenza dal fumo. L'esperto dice che «nei prossimi anni, se il trend non cambia, per entrambi i sessi potremmo registrare identiche percentuali». Le donne rischiano di più rispetto agli uomini. Eva Negri, ricercatrice dell'Istituto Mario Negri di Milano che con la Lilt ha collaborato al report spiega che «Se non fumano hanno meno tumori al polmone e meno infarti - continua - Nelle forti fumatrici i rischi sono 60 volte più alti di quelli che corrono le non fumatrici, negli uomini al massimo si moltiplicano per 30. Per non parlare del cancro alla cervice uterina e della menopausa che per le tabagiste arriva in media un anno prima». Tutta una questione di percentuali. In Italia si fumano in media 13 sigarette al giorno: 14,5 per gli uomini e 11,5 per le donne. Ma c'è un 43,3% di tabagisti che accende fino a 24 sigarette e un 6% di ossessionati dalle bionde che arriva a fumarne più di 25. Nella rete del vizio si resta imbrigliati soprattutto dai 25 ai 44 anni, fascia d'età in cui si concentra la percentuale più alta di fumatori, il 26,6%. Al secondo posto, con una percentuale del 25,7%, la fascia che va dai 45 ai 64. La patria del tabacco? Soprattutto il Sud Italia e le Isole, dove fuma il 22,3% della popolazione. Più virtuoso il Nord con il 21,1%. Smettere per gli italiani non è facile: il 27,1% dei fumatori ha fatto almeno un tentativo ma con risultati deludenti visto che il 70% ha ripreso a fumare dopo pochi mesi e il 20% dopo qualche anno. Gli ex fumatori italiani sono 6milioni e mezzo e sono soprattutto uomini. Zuccaro lancia un appello in vista della Giornata mondiale senza tabacco, il 31 maggio: «Per far diminuire i fumatori bisogna agire concretamente aumentando il prezzo minimo del pacchetto di sigarette, inserendo le terapie di disassuefazione nei livelli minimi di assistenza e rimborsando i farmaci di provata efficacia, eliminando il ticket per i centri anti-fumo. Il Governo deve capire che questa non è una spesa ma un investimento minimo che promette grandi risparmi».

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