Padre Georg, la vendetta: "Le istituzioni della Chiesa non sono la lebbra"

Dopo l'elezione di LeoneXIV, parla monsignore Gaenswein. E torna a parlare anche delle vecchie ruggini con Papa Francesco
lunedì 12 maggio 2025
Padre Georg, la vendetta: "Le istituzioni della Chiesa non sono la lebbra"
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Endorsement di Padre Georg per Leone XIV. L'ex prefetto della Casa Pontificia di Benedetto XVI, ora nunzio nei Paesi Baltici, mons. Georg Gaenswein si toglie qualche sassolino dalla scarpa. "Ora si apre una fase nuova. Percepisco un certo sollievo diffuso. È finita la stagione dell'arbitrarietà. Si può cominciare a contare su un papato in grado di garantire la stabilità e di affidarsi alle strutture esistenti, senza capovolgerle e sconvolgerle".

Insomma, al colloquio con il Corriere della Sera l'arcivescovo sembra accogliere con entusiasmo il cambio di passo. E alla domanda su che papa sarà Prevost, il 67enne si sbilancia: "Leone XIV una via di mezzo tra papa Benedetto XVI e papa Francesco? Se uniamo le scarpe nere di Bergoglio alla chiarezza dottrinale cristallina di Ratzinger, senza cercare a tutti i costi l’originalità, penso che Leone XIV offrirà una bella combinazione. Sì, potrà rappresentare la sintesi delle cose migliori di entrambi".

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E ancora: "Leone XIV creerà ponti come il predecessore. Ma in un contesto e con uno stile diverso rispetto a Francesco. Nella Chiesa oggi esistono grandi tensioni, e all’esterno ci sono conflitti spaventosi. Credo che adesso occorra chiarezza dottrinale. La confusione di questi anni dev’essere superata. E uno degli strumenti da usare sono le strutture che già ci sono. Le istituzioni della Chiesa non sono né una lebbra né una minaccia contro il Papa. Sono lì per fornire un aiuto ai pontefici, che debbono farsi aiutare. Non si può governare da soli, diffidando delle proprie istituzioni". Il riferimento è proprio alle parole pronunciate da Bergoglio nel 2020, quando disse chiaro e tondo: "Conosciamo tutti le dinamiche di corruzione, questo vale anche per gli uomini e le donne di Chiesa perché i reclusi ecclesiastici sono una vera lebbra che ammala e uccide il Vangelo".

Che tra i due ci fossero vecchie ruggini non è una novità. A innescare le tensioni la pubblicazione del libro di memorie durante i giorni dei funerali di Benedetto XVI. Il testo conteneva critiche verso il Papa, vicenda che aveva portato all'allontanamento di padre Georg dal suo appartamento in Vaticano. 

Tornando ai giorni nostri, Gaenswein si sofferma sulla scelta del nome di Papa Prevost: "Nella tradizione di San Leone Magno e di Leone III che nell’800 incoronò Carlo Magno, è molto indicativa. Nome e vestito hanno fatto capire che non ci sarà continuità ma una fase totalmente nuova. La sua esperienza, la capacità di parlare molte lingue, il fatto che sia stato missionario ma anche che abbia lavorato in Curia per due anni lo rendono un Papa insieme pastore e di governo. Non viene da un solo ambiente ma da molte cose insieme. E questo gli permetterà di parlare a tutti"