Tomaso Montanari
Che Tomaso Montanari sia avvezzo ad attaccare il governo riscrivendo la storia a suo piacimento è cosa nota. Eppure, al rettore dell’Università per stranieri di Siena ancora mancava l’oltraggio alle feste nazionali. Ieri, con un articolo sul Fatto Quotidiano, il professore è arrivato a infangare le celebrazioni del 2 giugno pur di portare avanti la sua narrazione pro-Palestina. Come da copione, non sia mai che nell’attacco dello scritto manchi un riferimento al ventennio: «Mai come in questo 2 giugno 2025 ci sente remoti da una Repubblica che dovrebbe ripudiare la guerra, ma ancora festeggia la sua Costituzione facendo sfilare i carri armati sulla via fascista dell’impero coloniale», ha cominciato la sua arringa Montanari. Dopo aver adempiuto diligentemente al “codice del buon compagno” che impone di citare almeno una volta il fascismo per richiamarne il ritorno con Giorgia Meloni al governo, ecco partire l’invettiva in favore dei palestinesi.
La parata che celebra i valori della nostra Repubblica - definita nell’articolo «ripugnante» secondo il rettore dovrebbe cedere il passo al racconto di quanto succede a Gaza dove «la parola “patria” può recuperare un senso». Montanari non ci mette né uno né due a scaricare il suo Paese nel giorno delle celebrazioni solenni. Ed ecco, dulcis in fundo, il solito ritornello con cui si accusa il governo di nascondere e assecondare l’uccisione dei civili: «La nostra patria mediterranea è Gaza: teatro di un genocidio che nessuna censura, nessuna complicità, possono ormai riuscire a nascondere». Di più: per ribadire le fantomatiche responsabilità dell’Italia, il rettore definisce Roma «capitale ancella di Tel Aviv e Washington».
Fra la citazione di una poesia di Franco Marcoaldi e una del palestinese Ibrahim Nasrallah, continuando a leggere si conferma il sospetto che balenava fin dalle prime righe: nemmeno una parola su Hamas. Nessun riferimento agli orrori compiuti dai tagliagole nei confronti di migliaia di israeliani e tanto meno alle atrocità a cui stanno sottoponendo il loro stesso popolo usandolo come scudo umano per incancrenire il conflitto. Strano eh...