Francesca Albanese "aizza" i pm contro Giorgia Meloni: senza vergogna

di Annarita Digiorgiomartedì 5 agosto 2025
Francesca Albanese "aizza" i pm contro Giorgia Meloni: senza vergogna
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Il giorno dopo aver consegnato alla gogna la senatrice a vita Liliana Segre, Francesca Albanese sollecita i giudici italiani a indagare il governo Meloni. A suo dire responsabile del genocidio a Gaza. Lo ha detto senza mezzi termini ieri a Bari, dove è stata accolta come una eroina dal sindaco del Pd Vito Leccese (delfino di Milano e Decaro) che le ha donato le chiavi della città in una cerimonia in diretta social dopo il “tutto esaurito”.

«Questo governo è corresponsabile di quello che sta succedendo al popolo palestinese» ha detto lei, subito incalzata da Michele Emiliano: «Come facciamo come Regione Puglia a chiedere sostengo ai procuratori di Bari e Lecce per perseguire questo genocidio?». Appello accolto anche da Bonelli, pronto con il sodale Fratoianni a fare della paladina degli antisemiti la leader di tutta la sinistra: «Netanyahu governa come un criminale che utilizza la fame e la distruzione come strumenti di sterminio di massa. Ma questa responsabilità non è solo sua», ha detto Bonelli. «È la complicità dei governi occidentali, a partire da quello italiano, che consente a Netanyahu di continuare. Meloni e il suo governo, con il silenzio e le forniture militari, sono corresponsabili di questi crimini». Per Bonelli «Netanyahu è un uomo sotto mandato di arresto della Corte Penale Internazionale. Con lui, chi lo sostiene senza condizioni si macchia della stessa colpa morale e politica». Fratoianni alza il tiro : «Sono la comunità internazionale, una buona parte della Ue con in prima fila il governo italiano ad aver fatto finta che non fosse così scegliendo un silenzio che ora dopo ora si è trasformato in complicità».

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Francesca Albanese sul palco barese invita a boicottare tutti i prodotti che arrivano da Israele contro il liberismo senza regole: «Oggi il cambiamento significa che il made in Israel non deve essere più accettato. Lo stanno facendo altri sindaci, la Regione Puglia può essere la prima a farlo: serve un’ordinanza che ricordi ai cittadini l’obbligo di non ospitare più prodotti made in Israel». Appello che il governatore Emiliano, che la omaggia a teatro con diretta sui social ufficiali della Regione, coglie al volo: «Dobbiamo raccogliere tutti gli elementi che provino costituzionalmente il genocidio. La regione Puglia è pronta». Lei incalza: «Ma non basta è fondamentale capire i collegamenti delle aziende come la Leonardo spa che fornisce componenti essenziali per la polverizzazione di Gaza, assistenza strategica e militare e il perfezionamento dei droni. O l’Eni che ha un partenariato per il gas con Israele. È necessario dice Albanese- che ci sia una disamina di tutte le relazioni che ogni ente pubblico e privato ha col sistema israeliano, universitario, economico, bancario. Che siano vendite etiche e appalti etici, è un impegno minimo».

Dopo aver accusato di genocidio il governo italiano, Albanese chiama mafioso quello americano: «Questa chiave - ha detto poi nel corso della cerimonia- la donerò ai palestinesi. Il vostro gesto mi fa onore e mi commuove. Per me è un momento estremo e delicato, le sanzioni americane per me e la mia famiglia sono gravissime e mi renderanno la vita effettivamente difficile. L’unico modo per reagire a queste tecniche di intimidazioni mafiose è a testa alta e a schiena dritta. Ritenete normale- ha aggiunto Francesca Albanese- che un tecnico incaricato dalle Nazioni Uniti venga sanzionata al grado massimo? È un’aberrazione, avrebbe dovuto esserci un moto da parte di tutti gli Stati, molti hanno dimostrato la loro contrarietà ma non il nostro Governo. Ma del resto, l’Italia è fanalino di coda». «Come mai regione Puglia e comune di Bari sono gli unici a schierarsi con lei chiedendo che venga riconosciuto il genocidio?», le chiede Emiliano ammirato. «Perché molti sono semiti», risponde Francesca Albanese.

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Fuori da Palazzo di Città una contestazione del centrodestra con i cartelli “Non in mio nome”. «L’attenzione attorno a questa sventurata», ha detto il senatore Maurizio Gasparri, «è l’ennesima prova della pericolosità della sinistra. Francesca Albanese è diventata il simbolo di una sinistra che dagli anni Settanta ad oggi sta sempre dalla parte sbagliata». Fratelli d’Italia e Lega hanno protestato fuori al teatro dopo aver chiesto al sindaco di Bari di non consegnare le chiavi della città a una «personalità divisiva». Mentre Emiliano declamava emozionato le frasi del libro di Francesca Albanese invitando i suoi colleghi pm pugliesi a indagare su Gaza. Così magari avranno meno tempo per occuparsi dei crimini pugliesi.

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