A Otto e mezzo, il programma di approfondimento televisivo di La7 condotto da Lilli Gruber, si discusso sulle delicate trattative tra Usa e Russia che potrebbero portare a un accordo di pace in Ucraina. La conduttrice è parsa scettica, visto la freddezza di Mosca sull'ultimo piano paventato da Donald Trump. Al contrario, Marco Travaglio ha offerto una lettura netta dell’andamento della guerra. A suo avviso, “la Russia l’ha vinta, l’Ucraina l’ha persa, insieme alle classi dirigenti europee che l’hanno spinta anziché a trattare, a continuare a combattere per vincere, e in realtà l’hanno condannata a perdere uomini e territori”.
Il direttore del Fatto Quotidiano ha poi contestato quella che definisce una “illusione” sulla possibilità degli sconfitti di imporre condizioni: “Vedo che c’è ancora sia in Europa sia sui nostri un certo equivoco […] in base al quale gli sconfitti possono dettare le condizioni e addirittura lanciare ultimatum ai vincitori. Purtroppo non è così, è brutto dirlo, ma chi vince detta le condizioni e chi perde le subisce”.
Rivolgendosi al quadro sul campo, Travaglio ha sottolineato: “Chi è che sta implorando l’altro di fermarsi? Sono gli ucraini e gli occidentali che implorano Putin di fermarsi”. E, citando gli sviluppi militari, ha aggiunto: “Putin, dopo aver sfondato a Pokrovsk e a Kupiansk, ha il Nord-Est spianato verso Kharkiv e con la caduta di Pokrovsk, ha il Sud-Ovest spianato da Dnipro a Zaporizhya a Kherson”.
L’Occidente, secondo il giornalista, dovrebbe cambiare approccio negoziale: “Bisogna che l’Occidente, se vuole che Putin si fermi, gli faccia una proposta che non può rifiutare. Ed è quella che gli ha fatto Trump in 28 punti. Altrimenti Putin va avanti, visto che le cose gli stanno andando bene”. E, infine, ha chiosato: “L’unica cosa che può succedere è che le cose vadano molto peggio del peggio che già vediamo oggi. […] È tutto bruttissimo, è tutto ingiustissimo, ma purtroppo le paci dipendono da come sono andate le guerre, non da come le sogniamo noi.”