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Zerocalcare, per non incontrare fascisti e sionisti finirà per chiudersi in casa

E ora chi lo aiuterà a lasciare il suo nido sicuro e a immergersi in un mondo pieno di opinioni diverse dalla sua?
di Alberto Busacca venerdì 5 dicembre 2025

 Zerocalcare

3' di lettura

E ora chi convincerà Zerocalcare a uscire nuovamente di casa? Chi lo aiuterà a lasciare il suo nido sicuro e a immergersi in un mondo pieno di opinioni diverse dalla sua? Ormai, per il noto fumettista, quella di disertare eventi e fiere per “incompatibilità ideologica” sta diventando una mania... Aveva fatto discutere, nel 2023, la sua scelta di non andare a “Lucca Comics” per la presenza, tra i partner della manifestazione, dell’ambasciata di Israele in Italia. «Purtroppo», aveva spiegato all’epoca, il patrocinio dell’ambasciata dello Stato ebraico «per me rappresenta un problema. In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire». E poi: «Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari».

Cambio di scena. “Più libri più liberi” 2025. C’è una casa editrice accusata di essere filo-fascista. Che lo sia o meno, è irrilevante. Il teatrino partigiano si mette in moto e va scena il solito copione: interviste su Repubblica per chiedere di cacciare l’editore non allineato; raccolta firme tra scrittori, cantanti e ballerini; generico attacco al governo perché da quando la destra ha vinto le elezioni “i fascisti hanno rialzato la testa...”. Questa volta, però, l’armata antifa non è riuscita a vincere la battaglia. Lo stand di “Passaggio al bosco”, la casa editrice incriminata, è stato confermato. E allora cosa fa Zerocalcare? Ovvio, si ritira nelle sue stanze. «Purtroppo», ha spiegato questa volta, «non sarò alla fiera romana. Io sono cresciuto con dei paletti molto rigidi: non si condividono gli spazi con i nazisti».

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Ora, i paletti «molto rigidi» con cui è cresciuto Zerocalcare rischiano in effetti di portarlo a una sorta di “eremitismo” antifascista e antisionista. Niente “Lucca Comics” perché ci sono gli israeliani, ok. Niente “Più libri più liberi” perché ci sono i fascisti, d’accordo. Ma poi? Quali sono i posti politicamente incontaminati in cui il nostro tormentato fumettista potrà andare? Qualche centro sociale occupato, certo, ma poco altro. Niente stadio, ovviamente, che si sa che sono pieni di tifosi tendenzialmente fascistoidi. Niente bar, assolutamente, che i discorsi da bar sono per definizione populisti e quindi un po’ fasci. Anche coi ristoranti bisogna stare attenti, che, se ci sono più di venti clienti, il rischio di condividere la sala con qualche elettore di destra è statisticamente altissimo. E pure fare un giro in libreria, perfino alla Feltrinelli, è molto pericoloso, con quegli scaffali pieni di autori filo-fascisti e filo-nazisti: Ezra Pound, Louis-Ferdinand Céline, Luigi Pirandello, Pierre Drieu La Rochelle, Giovanni Gentile, Knut Hamsun... una provocazione insopportabile...

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C’è infine un paradosso estremo. La casa editrice “Passaggio al bosco” si chiama così perché si ispira al “Trattato del ribelle” di Ernst Jünger. «La figura del ribelle jüngeriano», si legge sul sito di Adelphi, «corrisponde a quella dell’anarca, del singolo braccato da un ordine al quale egli sfugge scegliendo di “passare al bosco”, dissociandosi, una volta per sempre, dalla società». Oddio, non è un po’ quello che sta facendo Zerocalcare? Sarà mica diventato fascista pure lui? Alla fine gli toccherà prendere le distanze perfino da se stesso...

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