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La battutina del ministro sul party: "Potevamo tassarli tutti"

Il tecnico chiacchierone prova a ironizzare sulla festa del 2 giugno: "Gli invitati dovevano pagare 1.000 euro, era una cifra equa..."

Giulio Bucchi
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  Mitico ministro Giarda: se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Non solo è il volto «umano» del governo dei super tecnici che non sbagliano mai e dichiarano lo stretto necessario (mentre a lui piace chiacchierare), ma riesce perfino a fare dell'ironia sulla tragedia dei terremotati, neanche fosse mister Bean. Primo giugno: ricevimento per la festa della Repubblica ai giardini del Quirinale. Le alte cariche ci sono tutte, scaricate dalle auto blu di fronte al palazzo; il governo dei sobri è (quasi) al completo e sobrietà doveva essere la parola d'ordine, considerate le vittime del sisma in Emilia. Eppure, Dino Piero Giarda da Milano, titolare per i Rapporti con il Parlamento, fine economista ed accademico con formazione ad Harvard, non resiste e spara la sua battuta al padrone di casa, Giorgio Napolitano, che per solidarietà verso l'Emilia ha chiesto una donazione agli illustri ospiti. «Avevo detto dall'inizio che avremmo dovuto tassare gli invitati, inviando loro una mail per sollecitarli a portare i contanti. Mille euro sarebbero stati una cifra equa», è il suggerimento dello spiritoso Giarda. Tassare, del resto, è una passeggiata per il suo governo. «Sì, ma sarebbe diventato difficile controllare l'evasione», ha ribattuto Napolitano. A quel punto è intervenuta la signora Clio: «Ma adesso non si possono prelevare così tanti contanti...». Sorrisi nel gruppetto: mille euro, in fondo, cosa saranno mai per i partecipanti al cocktail presidenziale? Poi però, forse, non sarebbe andato nessuno a brindare in pompa magna.  E Giarda non smentisce la sua fama di tecnico un po' gaffeur. Alla Camera è già stato bacchettato da Fini per il tono troppo colloquiale e poco rispettoso verso gli onorevoli deputati (celebre la volta dell'ordine del giorno «Mecacci e company»). Stavolta sarà lo stress da spending review , o il caldo, ma il ticket d'ingresso pro-terremotati, con siparietto di Napolitano, magari poteva evitarlo. di Brunella Bolloli  

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