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Le imprese bocciano Monti: "Non è il nostro futuro"

Il presidente Squinzi: "Al governo tecnico do tra il 5 e il 6, serve un esecutivo politico. Pareggio di bilancio esagerato". La patrimoniale? "Sì solo se esclude le aziende"

Giulio Bucchi
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  Una bocciatura piena, al di là del voto, "un tra il 5 e il 6", che il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi assegna al governo Monti. Il leader degli imprenditori, partecipando al confronto con la segretaria della Cgil Susanna Camusso a Serravalle Pistoiese, ha usato moderazione ma la sua critica all'esecutivo, all'indomani della spending review, è pesante e riguarda le misure passate e recenti. Ma pure il futuro, che, sottolinea Squinzi, "non può essere del governo tecnico". Bocciatura - "Sarei per un 6 meno meno, o tra il 5 e il 6. Vediamo cosa succede nelle prossime settimane". E' il giudizio in numeri del presidente di Confindustria, più generoso del "gravemente insufficiente" espresso dalla Camusso. Ma Squinzi si dimostra tutt'altro che entusiasta di questi 8 mesi "tecnici": "Il mio giudizio è sospeso - spiega -. Mi aspettavo alcune cose che non si sono ancora realizzate. Ad esempio, non è stato fatto nulla per sostenere la ricerca". Anche da qui, la porta chiusa ad eventuali proroghe del governo dei professori oltre il 2013. "E' una parentesi ma non può essere il nostro futuro", con tanti cari saluti alle tentazioni centriste di Pierferdinando Casini (e forse a quelle del democratico Pierluigi Bersani). "Non possiamo farci governare da dei tecnici punto e basta. Credo che abbiamo bisogno di un governo capace di fissare obbiettivi e indicare strade". Il Monti-bis, dunque, potrebbe essere un'opzione ma solo a patto che assuma una "fisionomia politica". Insomma, i partiti devono metterci faccia, uomini, idee.  Troppo rigore - Che il clima, tra le imprese, sia teso e di palpabile delusione per le misure adottate da Monti lo conferma anche il fronte comune con la Camusso: "Dobbiamo evitare la macelleria sociale, di quello che ha detto la segretaria io condivido praticamente tutto". Il rigore lacrime e sangue dei tecnici lascia perplessa Confindustria. "E' vero che noi non dovevamo più vivere come cicale ma per l'Italia l'obiettivo del pareggio di bilancio penso che sia stato decisamente esagerato - incalza Squinzi -. Con il pareggio di bilancio il risultato è la depressione dei consumi interni, che è drammatica". Servono soldi, la soluzione potrebbe essere una patrimoniale? "Se non tocca le imprese, mi sta anche bene". Più che un consiglio, quello di Squinzi a Monti sembra quasi un diktat.    

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