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I guai di Angela: la coalizione che la sostiene è sempre più divisa

I democristiani bavaresi e i liberali prendono le distanze dalle "concessioni" della Cancelliera a Draghi

Lucia Esposito
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Sono tempi duri per Angela Merkel, almeno per quanto riguarda la coalizione di partiti che la sostiene. I partiti alleati della Cdu della Cancelliera, i democristiani bavaresi della Csu e i liberali della Fdp potrebbero crearle non pochi problemi alla ripresa della vita politica. I primi sono più o meno nella stessa barca in cui si trovava la Lega quando era al governo, quando sono a Monaco si lanciano in affermazioni forti, sono contro tutti, si scagliano contro i soldi alla Grecia, si dicono contrari alle concessioni ai paesi deboli, ma quando si trovano a Berlino sottostanno alla linea di Angela. Il segretario del partito Alexander Dobrindt ha fatto scalpore prima per aver proposto  alla Grecia di tornare alla dracma, poi per aver inveito contro Mario Draghi facendo allusioni al suo essere italiano e a come le sue origini influenzino le sue scelte in fatto di politica economica internazionale.  Consenso plebiscitario Gli altri alleati, invece, i liberali sono "usciti" dal percorso tracciato dalla Merkel con Philipp Roesler che fu il primo a dire, andando contro tutte le dichiarazioni ufficiali, che l'uscita della Grecia dall'euro non sarebbe stato un problema. Roesler, in realtà, sta giocando la sua partita politica cercando di puntare sul rigore (che invece nella politica della Merkel sta lentamente incrinandosi). E' pur vero che se la maggioranza che sostiene la Merkel è sempre più lontana dal diktat della Merkel, Angela gode di un consenso popolare che è quasi un plebiscito. Il 70 per cento della popolazione rinnova senza se e senza ma la sua fiducia alla Merkel. 

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