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Bersani sei sente già premier: se l'economia va male, lo scudo non serve

Il segretario Pd fissa paletti sul rigore e pensa a una grande area progressista

Lucia Esposito
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“E' venuto il momento, e noi lo   faremo da subito se saremo chiamati a governare, di mettere al centro  delle nostre preoccupazioni l'economia reale” e “la politica   industriale in senso esteso”, perché “quand'anche avessimo tutti   gli scudi antispread del mondo, se l'economia reale viaggia in questo   modo non ce la caviamo”. Lo sottolinea in una intervista al Sole 24  Ore il leader del Pd, Pier Luigi Bersani. Il segretario dei Democrat   assicura “lealtà al governo Monti” e “lealtà verso il grande   obiettivo europeo”, oltre a “responsabilità” nella tenuta dei   conti pubblici. Ma avverte: bisogna “fare ogni sforzo per la crescita  o almeno per contrastare la recessione”, perchè stiamo rischiando di  “arretrare decisamente nelle quote mondiali di produzione e lavoro”.  Alleato Germania  “La nostra -d ice - è una politica intenzionata a chiedere il   consenso della gente dicendo come prima cosa che siamo in una crisi   seria e che serve responsabilità. Ma rifiuto l'affermazione che il   governo Monti abbia fatto più riforme dei governi di   centrosinistra”. Quanto al rapporto con l'Europa, per Bersani “non  va bene fare la guerra con la Germania”, anche perché “noi Paesi   cosiddetti periferici dobbiamo riconoscere che dopo l'euro non abbiamo  fatto i compiti a casa, approfittando dell'abbassamento dei tassi. E   secondo me in Italia questa è stata responsabilità di Berlusconi”.  La ricetta per l'economia reale lanciata da Bersani fa leva sul   sostegno del made in Italy, dal credito d'imposta al rilancio degli   investimenti e puntando sulle nuove tecnologie, agendo anche “su   alcune condizioni del contesto” come “giustizia civile e   duplicazioni amministrative”.

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