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In Sicilia preti e forconiper il dopo-Lombardo

I due nuovi partiti saranno in lizza alle elezioni regionali del prossimo ottobre. Candidati scelti tra agricoltori e nelle parrocchie

Matteo Legnani
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La Sicilia è un'isola (almeno finchè e se mai un ponte la unirà al continente, ipotesi assai remota visti gli attuali tempi di crisi). Qualcun altro la definirebbe un mondo a sè. Cosa che è sicuramente, negli ultimi anni, dal punto di vista del panorama partitico. Terminato (col crollo della Prima Repubblica) lo strapotere della Democrazia Cristiana, sull'isola hanno preso vita la Rete di Leoluca Orlando e poi l'Mpa (Movimento per l'autonomia) di Raffaele Lombardo, il governatore le cui dimissioni anticipate porteranno al voto i siciliani a ottobre. Il caos è tanto (e le recenti comunali di Palermo non hanno certo contribuito a dissiparlo). I candidati già una decina. E sul panorama politico isolano sbarcano ora due soggetti quantomeno singolari: il partito "dei forconi" e quello "dei preti". Il primo prende le mosse dal movimento di protesta che ha legato contadini, operai, studenti e autotrasportatori nello scorso inverno, paralizzando la circolazione per diversi giorni sulle principali arterie viabilistiche siciliane. L'annuncio della loro discesa in campo alle prossime regionali lo ha dato ieri il leader del movimento, Mariano Ferro. "Oggi ufficializziamo la partecipazione alle prossime competizioni elettorali perchè, dopo le proteste portate avanti nei primi mesi dell'anno, abbiamo capito che la politica non è in grado di dare risposte al popolo siciliano. Noi ora vogliamo entrare direttamente nei palazzi del potere e portare quella rivoluzione iniziate sulle strade, dentro la politica". Il soggetto politico si chiamerà "I Forconi" e avrà come simbolo una Sicilia stilizzata con le sagome di uomini e donne che reggono forconi. "Il nome del candidato presidente non sarà necessariamente il mio o quello di Giuseppe Scarlata e Francesco Crupi - ha detto Ferro - stiamo valutando vari candidati. Il requisito essenziale è che siano esterni alla politica e che siano siciliani. Di sicuro non saranno  imprenditori come Zamparini o uomini politici come Sgarbi". Ferro ha smentito la sua vicinanza al dimissionario governatore Raffaele Lombardo, che ha definito "solo un interlocutore istituzionale". Se i "forconi" si piazzano idealmente alla sinistra dell'arco politico, a preoccupare il centro siciliano (Udc e Pid) è l'altra novità annunciata per le regionali di ottobre: si chiama UeP, o per esteso "Uomini nuovi per una società di uguali e partecipi" e lo si può definire "il partito dei preti". No, a Palazzo d'Orleans non siederanno consiglieri (o deputati, come li chiamano lì) in abito talare. Ma laici cattolici reclutati negli oratori, scelti da parroci e vescovi in tutta la regione. Animatore del partito, il cui simbolo che ritrae uno accanto all'altro un lupo e un agnello è stato già depositato alla Camera di commercio di Palermo e il cui atto costitutivo e programma depositati dal notaio, è padre Felice Lupo, parroco a Palermo della chiesa di Sant'Eugenio Papa. "L'obiettivo, spiega padre Lupo, è quello di immettere nella politica attiva laici cattolici impegnati nell'itinerario della 'buona vita del Vangelo' e alla 'dottrina soiale della Chiesa'". Il motto? "Il lupo e l'agnello dimoreranno insieme". In politica non ci è ancora riuscito nessuno, ma chissà che i "don" non facciano il miracolo.

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