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Il Pdl è una polverieraServono le primarie?

Berlusconi, Alfano e La Russa

Il futuro del partito resta incerto (chi si candida?) e gli scandali in Lazio pesano come macigni. Secondo voi servono le consultazioni (o è meglio la scissione)?

Andrea Tempestini
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  Lo scandalo in Lazio rischia di far esplodere il Pdl. Una bella tegola, per gli azzurri, proprio nel momento in cui - lo ha ricordato Silvio Berlusconi al vertice di Palazzo Grazioli - "stiamo recuperando terreno sul Partito Democratico". Come rimarca Maurizio Belpietro su Libero in edicola oggi, è arrivato il momento in cui il segretario Angelino Alfano deve fare pulizia, cacciando dal partito chi è entrato solo e soltanto per farsi gli affari suoi: la riforndazione azzurra, sottolinea Belpietro, inizia anche da una migliore selezione. E il concetto di selezione va di pari passo con le primarie: tempo fa sbandierate, poi annunciate, quindi messe in dubbio e in fine, di fatto, cancellate dal ritorno di Berlusconi. Ma questo ritorno del Cavaliere tarda a concretizzarsi: ormai è chiaro, la decisione ultima arriverà dopo che saranno chiare le "regole del gioco", ossia la riforma della legge elettorale. Ma gli elettori moderati del centrodestra sono stufi: sia degli scandali sia dell'attesa. Che cosa succederà? Chi sarà il leader e come sarà strutturato il partito del futuro? Domande che per ora non hanno risposta. Ipotesi scissione - In un contesto esplosivo, cominciano a farsi sempre più forti anche le "pulsioni" scissioniste. La voce di una possibile diaspora degli ex An, dei colonnelli, si rincorre da tempo. Ma ora è all'ordine del giorno: se il partito non riesce a definire il suo futuro prossimo (e se sul partito pesano anche gli scandali della Regione Lazio), pensano tra gli altri La Russa e Gasparri, meglio andarsene, creare un qualcosa di nuovo, colmare quel vuoto alla destra dei moderati che pare terreno fertile in vista delle prossime elezioni politiche. Della "scissione" (che il Cavaliere non vede, comunque, come il fumo negli occhi) se ne è parlato - eccome - anche al vertice di mercoledì sera in cui Berlusconi ha convinto la Polverini a non dimettersi. Per ora l'ipotesi è stata congelata, e proprio La Russa e Gasparri hanno spiegato che l'obiettivo a breve termine è trovare un'intesa sul programma e sulla riforma elettorale. Insomma, la "miccia-scissione" potrebbe (ri)accendersi a breve: tutto ruota intorno alla linea che il nuovo Pdl si vuole dare, alle "regole del gioco" e al possibile ritorno di Berlusconi. Le schermaglie - E che la miccia sia sul punto di prendere irrimediabilmente fuoco lo dimostrano anche le parole dell'ex titolare della Farnesina, Franco Frattini, che intervistato dal Messaggero usa toni acceso: "Gli ex An mi paiono alla ricerca di un casus belli per provocare da parte di Berlusconi una rassicurazione del tipo: state sicuri, le vostre quote nessuno le tocca, i posti per voi ci sono. Ciò che rattrista è che viene fuori l'immagine di un partito in cui la politica è a zero e quel che domina sono gli affari o gli imbrogli, almeno a livello locale". Parole durissime, quelle dell'ex ministro degli Esteri. Quindi l'intervento sibiliino di Gianni Almanno: "Io non credo che persone responsabili come Gasparri e La Russa siano promotori di una scissione, ma certamente loro come tutti quanti sono promotori di un forte ripensamento, di un'idea forte rispetto a quella del Pdl". E ancora: "Così non si può andare avanti. Capisco che Berlusconi stia riflettendo sulla sua candidatura, ma il Pdl non è solo Berlusconi, amministra tante città e regioni, è una struttura molto vasta e dunque deve muoversi, non solo nel Lazio, ma in tutta Italia". Muoversi sì, ma muoversi come? Per raddrizzare la rotta, secondo voi, servono le primarie? Oppure sarebbe meglio una scissione? Votate il sondaggio e fateci sapere la vostra opinione.  

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