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Quando Grillo e Di Pietrovotavano per Berlusconi

Beppe Grillo e Antonio Di Pietro

Andrea Tempestini
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  di Filippo Facci Aspettando di capire se Ingroia sia davvero di sinistra (radicale, come si dice oggi) va ricordato che Di Pietro e Grillo nel 1994 votarono per Berlusconi. Tonino lo scrisse sulla Stampa l'8 ottobre 1995 (la notizia fu ripresa dal Tg2) e Repubblica lo confermò il 3 gennaio 1996. Alle regionali dell'aprile 1995, invece, Di Pietro votò il Centro Cristiano Democratico di Casini e Mastella: questo almeno dedusse il Corriere della Sera nel conteggiare le due sole preferenze che suo cognato, quel Gabriele Cimadoro ora inquisito, raccolse nel seggio di Curno dove votarono Tonino e sua moglie. E Grillo? Lui disse nel dicembre 1993: «Sono da mandare via, da mandare via questa gente qua, da votare gli imprenditori, ecco perché sono contento che è venuto fuori Berlusconi: lo voglio andare a votare». Nella primavera successiva aggiunse questo: «Candidarmi sarebbe un gioco da ragazzi, prenderei il triplo del Berlusca», disse a Curzio Maltese su Repubblica. «Mi presento in tv e dico: datemi il vostro voto che ci divertiamo, sistemo due o tre cose. Un plebiscito». Già covava.  Ps: si consiglia vivamente, alle femministe indignate per la battutona sul «punto g», l'intervista che Grillo rilasciò al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronot, il 25 giugno scorso: laddove giustificava il ruolo della donna in Iran (sua moglie è iraniana) e spiegava che il problema dei discorsi di Bin Laden era che erano tradotti male.  

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