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Schifani: "Facciamo la riforma elettorale o Grillo arriva all'80%"

Il presidente del Senato: "Sono ottimista, altrimenti il Movimento 5 Stelle altro che al 30%...". Beppe tuona contro il premio di maggioranza al 42,5%: "E' un colpo di stato"

Giulio Bucchi
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  Chiamatelo lapsus: sta di fatto che il presidente del Senato Renato Schifani ha di fatto ammesso quello che in molti, i più maliziosi, avevano già capito. Quasi tutto il parlamento sta lavorando per una legge elettorale che possa ingabbiare e disarmare Beppe Grillo. "Se non ce la facciamo, altro che 30%, Grillo arriva all'80 per cento". Il concetto è semplice: se la Casta fallisce anche l'ultima riforma, il voto popolare la travolgerà a favore dell'unico vero anti-sistema, per quanto demagogo e populista. Schifani prima la fa passare come una riforma "che interessa i cittadini". "Ce la facciamo, spero che il mio ottimismo in breve si trasformi in certezza". Poi, come detto, lo scivolone.    Il piano: Monti bis - "Tra i partiti - dice il presidente del Senato - c'è una fase estremamente delicata e costruttiva. I partiti con grande responsabilità stanno facendo in modo che il provvedimento arrivi presto in Aula. I tempi sono brucianti - ha concluso Schifani - ma i partiti se ne stanno facendo carico responsabilmente perché, ad un certo punto, le lancette si dovranno fermare". I partiti cercano un accordo che possa favorirli in tutto: mostrarne i meriti agli occhi dell'opinione pubblica e garantirsi altri cinque anni di tranquillità, magari sotto l'ombrello di un Monti bis a Palazzo Chigi e senza che le truppe guastafeste di comici e anti-Casta creino troppo scompiglio. "Colpo di stato" - Il nodo, naturalmente, è il premio di maggioranza al 42,5%, un limite allo stato attuale del panorama politico irraggiungibile e che ha fatto sbottare per primo il grande favorito alle prossime elezioni, il segretario del Pd Pierluigi Bersani (Matteo Renzi permettendo): "Non ci vogliono far governare", ha detto l'uomo di Bettola, mentre è di oggi il commento al solito piccante del leader del Movimento 5 Stelle: "Questo è un colpo di stato". In realtà l'anti-grillismo di Schifani è semplicemente lo specchio del terrore che circola a Montecitorio e Palazzo Madama, dove già buona parte della Casta è alle prese con la temuta "operazione liste pulite" annunciata dal ministro degli Interni Annamaria Cancellieri che mira a escludere dalle candidature i condannati in via definitiva. Ce n'è di che essere preoccupati, meglio occuparsi di un problema alla volta.    

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