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Election day il 10 marzo:ecco perché Monti si candiderà

Eliana Giusto
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Si voterà il 10 marzo e Mario Monti a questo punto potrebbe candidarsi davvero. Ieri infatti il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato che si andrà al voto fra quattro mesi in Lombardia, Molise e Lazio ed è sempre più probabile un "election day" che accorpi quindi regionali e politiche. Insomma, una vittoria di Silvio Berlusconi e del Pdl contrari allo spreco quantificato in 100 milioni se si fossero tenute disgiunte le due votazioni. E una sonora sconfitta per Napolitano e per il leader del Pd, Pierluigi Bersani. Il presidente infatti non voleva anticipazioni del voto delle politiche per non dover essere lui a scadenza del mandato a investire il nuovo governo, mentre il segretario del Pd premeva per votare prima alle Regionali e poi alle politiche, per poter sfruttare meglio l'onda lunga di una probabile vittoria alle consultazioni locali. Vota il sondaggio di Libero: secondo voi è meno peggio un Monti-bis o un governo Bersani-Vendola? E ora che le elezioni si avvicinano Monti deve decidere cosa fare. Il premier ha sempre sostenuto che si sarebbe candidato se qualcuno glielo avesse chiesto. E ora sembra che qualcuno glielo abbia chiesto davvero. Come spiega Fausto Carioti su Libero in edicola oggi sabato 17 novembre, il "partito vero", quello che va dalla Casa Bianca ai grandi fondi d'investimento della City, vuole che Monti si candidi alle Politiche perché l'alternativa, con un Pdl in caduta libera, è un'alleanza fra Pd e Sel con l'incognita del Movimento di Grillo, primo partito in Sicilia e in crescita in tutta Italia. Monti, scrive Carioti, "resta contrario all'idea, sia perché non intende pregiudicarsi la poltrona sul Colle, sia per ragioni caratteriali (gli schizzi che volano in campagna elettorale gli imbrattano il loden)". Eppure a questo punto le sue posizioni non sono più così salde. "L'impressione, confidata (...) dal presidente del Consiglio all'amico e spin doctor Enzo Moavero Milanesi e alla strettissima cerchia di interlocutori di cui si fida, è che alla fine candidarsi sarà per lui una scelta obbligata".   

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