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Crisi Monti, ecco perché a Bersani e Berlusconi conviene andare al voto subito

Col Cav spread alle stelle, con la sinistra troppe tasse. Nuove armi elettorali per tutti e due i partiti, d'accordo su una cosa: il Porcellum

Giulio Bucchi
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La sfiducia a Mario Monti con tanto di ritorno anticipato alle urne sarebbe, più che un dramma per l'Italia, una farsa politica. O, al più, una fine strategia politica che per una volta vede d'accordo Pdl e Partito democratico. Quanto accaduto in mattinata al Senato, con la bagarre sull'incauto ministro Corrado Passera e il voto risicato di fiducia al dl sviluppo, le dichiarazioni di Maurizio Gasparri e quelle della Anna Finocchiaro, infatti, confermano una cosa: alla minaccia di crisi (mai così concreta), non si è arrivati per caso ed entrambi i partiti avevano preparato il terreno da qualche settimana, al di là delle dichiarazioni di facciata e delle scaramucce sui singoli temi. Armi elettorali - Ai primi scricchiolii della poltrona del professore in Borsa è scattato il terrore, con lo spread tra Btp e Bund in rapida impennata. Il Partito democratico ha bollato come "irresponsabili" le minacce di Gasparri dell'astensione sul dl Sviluppo ed è facile comprendere come, in caso di ritorno a quota-paura (500 e dintorni), Bersani & Co. useranno ancora una volta l'argomento della speculazione finanziaria per picchiare duro in campagna elettorale Berlusconi e il Pdl. Proprio il ritorno in campo del Cavaliere, con invettiva contro un anno di governo dei tecnici, sarà invece il leit motiv  del centrodestra, che finalmente pare sicuro su una cosa: smarcarsi da Monti e scaricare la colpa della tassazione insopportabile imposta dal professore sulla parte politica che più l'ha sostenuto, per convenienza o convinzione: vale a dire il Pd. Due argomenti forti, sia per Pd sia per Pdl. Viva il Porcellum - Molti commentatori e appassionati di politica sono già pronti a condannare la prova di forza dl Pdl, che obbligherà ad abortire tutte le riforme ancora in cantiere da qui ai prossimi due mesi. Legge sull'incandidabilità e, soprattutto, la riforma della legge elettorale. Se la maggioranza si scioglie ora, non si metterà mano al Porcellum. Niente paura, non è un gran danno per Pd e Pdl. Anzi, al netto delle critiche a uso e consumo degli elettori, sia a sinistra sia a destra i due maggiori partiti sono soddisfatti. Le liste bloccate piacciono a Berlusconi, l'ampio premio di governabilità alla coalizione vincitrice fa venire l'acquolina in bocca a Bersani. Si tratterà solo di non sbandierarlo troppo di qui al voto.

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