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Monti fa un comizio anti-Cav: Prof più rancoroso di Prodi

Il discorso d'addio del premier a Palazzo Chigi: si candida o no?

Giulio Bucchi
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Un comizio elettorale, uno spottone a favore di Pierluigi Bersani, Pd e Udc. Il discorso d'addio del premier Mario Monti a Palazzo Chigi, davanti alla stampa parlamentare italiana, non scioglie totalmente i dubbi sul futuro del professore in politica (si candida?, non si candida?) ma regala una certezza: ci aspetta un Monti aspramente anti-Silvio Berlusconi, massacrato per molti minuti su linea politica, Imu, regole dell'Unione europea. Altro che super partes, Mario la sua parte l'ha scelta con cura, meditandoci. E ora la sbandiera fieramente sperando di incidere sulle prossime elezioni. Il veleno di Monti su Berlusconi Guarda il video su LiberoTV Cita De Gasperi - Dopo un breve passaggio sulla libertà di stampa e il caso Sallusti ("Il nostro governo l'ha seguito con apprensione"), il professore parte dall'inizio della sua avventura. "Il 4 dicembre 2011 vi avevamo illustrato i provvedimenti presi rappresentantovi il quadro periglioso della situazione economico-finanziaria e gli indirizzi attraverso i quali avremmo cercato di far superare all'Italia quella emergenza. Oggi è facile dimenticare la drammaticità di quegli eventi. Nelle mie prime uscite europee da premier, a fine novembre, mi sono trovato in una situazione chi mi ha fatto venire inmente Alcide De Gasperi il 10 agosto 1946 tanto era precaria la nostra situazione, circondati forse a torto da così profonda diffidenza, 'Prendo la parola in questo consesso mondiale essendovi tutto tranne che la vostra cortesia'". "Sfiducia dal Pdl, governo sempre imparziale" - "Sono grato ai segretari Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, con loro ho avuto un rapporto franco, cordiale e schietto. Abbiamo sempre avuto profondo rispetto per le forze politiche e la maggioranza. Ecco perché il 7 dicembre abbiamo tratto le conseguenze dalle parole di Alfano, per noi le parole dette in Parlamento pesano e di questo devono essere coscienti coloro che ascoltano le parole e coloro che le pronunciano. Nessuno poteva interpretare le parole di Alfano come una dichiarazione di sostanziale sfiducia, e per questo ne ho tratto le conseguenze. Non volevo creare equivoci e ho lasciato non un giorno di più l'approvazione della legge elettorale. Se si ritiene che si è governato male non aveva senso continuare. Il giudizio di Alfano è stato pesante, sia per la negatività del governo che a suo dire ha peggiorato le cose, e quindi per le parole di cedevolezza del governo da una parte. Io questo lo respingo in modo netto: siamo stati sempre imparziali, lavorando nell'interesse del paese. E considero ancora più grave ritenere che il governo si sia piegato verso il Pd che non il giudizio negativo sull'attività del governo. Cedevolezze, no. Condizionamenti? Sì, ma da tutte le tre parti, e in particolare Pdl e Pd. Questa strana maggioranza ha permesso di fare il bene per il Paese, per esempio non sarebbero state possibili con maggioranze meno ampie la riforma delle pensioni sgradita a sinistra e interventi fiscali sgraditi a destra". "Berlusconi? Non lo comprendo" - "Faccio fatica a seguire la linea del presidente Silvio Berlusconi. Ieri abbiamo letto un "bilancio di disastro completo", pochi giorni prima espressioni lusinghiere in particolare nei miei confronti. E pochi giorni prima ancora la generosa offerta della leadership dei moderati. Ma desidero ringraziarlo per il sostegno dato al governo". Agenda Monti - "Se n''è parlato molto, non per nostra iniziativa. E' uno schema logico di politiche da fare nei prossimi anno o da contrastare. Per fortuna così il dialogo politico si è spostato sui contenuti e non su schieramenti e leadership. Sarà presto sul web su un sito apposito l'agenda per un impegno comune, un documento programmatico per non dissipare il lavoro svolto. Due esempi negativi che rischiano di farci perdere quanto guadagnato con tanti sacrifici? Dire no all'Europa, invece di migliorarla. Il nostro protagonismo non deriva dai pugni, perché ci si può far male. E nemmeno dalle battute, perché alla pacca sulla spalla deriva il risolino e la minore presa in considerazione. L'altro rischio di perdere tutto deriva dalla promessa di togliere l'Imu, perché se si toglie ora tornerà doppia poi". Lo scandalo della politica - "Il più grande costo della politica non sono gli sprechi censiti dai pur valenti giornalisti o i festini irriguardosi della decenza ma le scelte non prese, oppure prese per interesse personale. L'uomo politico, ripeteva ancora De Gasperi, guarda alle prossime elezioni, l'uomo di Stato alle prossime generazioni".  

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