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Il pifferaio Monti fa male alla democrazia

Voteremo inutilmente dei partiti che dovranno poi eleggere il Professore e seguire la sua agenda

Eliana Giusto
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  di Filippo Facci "C'era una democrazia parlamentare, in Italia, e c'erano dei partiti che esponevano un programma e chiedevano il voto: dopodiché, in base agli esiti e quindi al voto, formalizzavano un premier  indicato direttamente o indirettamente dagli italiani. Mancando l'elezione diretta del premier, il nome nel simbolo o i partiti carismatici ovviavano al problema. Bene: tutto questo, assieme al bipolarismo, ora viene ritenuto superato e da scompaginare". Filippo Facci su Libero analizza l'attuale situazione politica italiana: "abbiamo un premier in pectore (mai eletto in vita sua) che sta mandando avanti i partiti, i quali - indipendentemente dai voti che otterranno, soprattutto dal Paese che sonderanno - potranno aderire o non aderire a un'agenda programmata in precedenza, senza l'ausilio di un contributo democratico anche minimo". Con il risultato che gli italiani possono sì votare i partiti che desiderano ma poi gli stessi partiti devono nominare Monti dopo le elezioni. Cosa che ha ben poco a che fare con il concetto di democrazia. Leggi l'articolo completo su Libero in edicola oggi giovedì 27 novembre  

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