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Monti, gay nelle liste: ecco il sobrio candidato Alessio De Giorgi

Giulio Bucchi
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di Brunella Bolloli  In principio fu il loden. Il prof Mario Monti si è presentato così, intabarrato nel suo cappotto scuro sinonimo di sobrietà e rigore, del tecnico venuto per «ridare credibilità all'Italia». Ligio ai poteri forti e attento a non urtare la sensibilità della Chiesa. Però adesso si vede che la musica è cambiata: dal loden ai baci omo, meglio senza veli e sul seno scoperto di un bel maschione truccato. Il sobrio premier apre ai gay, portatori di voti. È la politica, bellezza. E quindi in lista spunta Alessio De Giorgi, un protagonista del mondo omosex, prima come veltroniano, poi soprattutto renziano e poi, guarda come va la vita, improvvisamente folgorato sulla strada dei tecnici centristi amici del Vaticano per il tramite del professor Ichino, con il quale è candidato al Senato in Toscana al quarto posto (o al terzo se l'ex Pd sarà eletto in Lombardia).  De Giorgi è un imprenditore di successo, un pezzo da novanta nel suo campo di affari gayfriedly: infatti dal '99 è inventore e titolare del locale Mama Mia di Torre del Lago (Lu), dove ogni estate si elegge mister gay e miss drag queen. Un volto noto in Versilia e in tutta Italia perché nelle sue sale da ballo il divertimento è assicurato. I suoi gusti sessuali sono affare suo, sia chiaro. Ognuno è libero di andare con chi vuole. Poi, diciamolo: De Giorgi da anni si batte per i diritti delle coppie omo. Anzi, il suo è stato il primo matrimonio tra persone dello stesso sesso: allora si chiamavano Pacs ed è avvenuto nel 2002 al consolato francese di via Giulia, a Roma, con una cerimonia in pompa magna. Semmai stupisce il fatto che i guru della lista Monti non si siano accorti di certe immagini del neo candidato, prontamente depurate dai social network, in cui la sobrietà forse non è la parola esatta. Oppure nessuno si sia accorto di un'indagine della polizia postale per materiale pedopornografico su un forum del sito del Mama Mia, nonché di sigilli e ritiro della licenza da ballo perché i frequentatori della discoteca creavano problemi nel parco protetto di Migliarino San Rossore. Niente di penale, per carità. Lui si è sempre difeso, ma in città parlano di multe salate e poco rispetto dei limiti.    Dal 2000 al 2006 De Giorgi è stato presidente toscano dell'Arcigay. Con il cuore a sinistra, si legge, è stato membro della prima Assemblea nazionale del Pd. Fino a prima di Natale sul sito che dirige, Gay.it, era un proliferare di spot del tipo: «Sulle unioni civili niente Casini». Con la faccia del leader Udc da una parte e quella di Renzi dall'altra. Perché l'imprenditore delle notti arcobaleno è amico del sindaco di Firenze e come lui sperava in uno spazio maggiore nelle liste democratiche. «Sono deluso dal Pd. Mi aspettavo che dopo le primarie si aprissero spazi che invece non si sono aperti». Ma siccome le vie della politica sono infinite, ci ha pensato il nuovo trio dei «moderati» a corteggiarlo e lui ha detto sì. «Nella lista civica di Monti ci sto comodo e se qualcuno ha idee diverse dalle mie ci confronteremo». Adesso tutto il mondo lgbt, dalla Concia a Scalfarotto, applaude la scelta di De Giorgi aspirante senatore centrista. Ma chissà cosa ne pensano davvero Casini e Fini con i loro esclusi. Oltretevere c'è imbarazzo. E nel Pdl si è già fatta sentire, sdegnata, Eugenia Roccella. Monti che dice? Wow?  

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