Renzi: "Avanti con le riforme"
Matteo Renzi non molla. Sulla riforma del Senato il premier vuole andare avanti e lo ribadisce in un'intervista a Ballarò: "Non so cosa faranno altre forze politiche più piccole, però l'accordo tra maggioranza e anche Forza Italia mi sembra che regga. Quindi adesso vediamo all'opera i senatori e i deputati, vediamo chi è riformista solo a parole o chi lo è anche con il voto". No imboscate - Renzi non teme il voto in Aula e così lancia un messaggio chiaro ai partiti: "Io credo che alla fine in sede di voto saranno affidabili sia Forza Italia, che il Partito Democratico, che tutti gli altri partiti. A livello teorico è così. Io sono obbligato a crederci". Poi il premier comincia con il solito calendario da televendita a cui c'ha abituati. Nel mirino di Renzi c'è questo mese che è appena iniziato: "Se tutto va bene per l'abolizione del Senato servirà un anno e qualche mese però, per capire come va a finire, dobbiamo aspettare il mese di aprile. Cioè, o bene bene o male male. Lo vediamo subito". "Non sono una statuina" - Renzi insomma vuole tirare le somme poco prima del voto chiave delle europee previsto per maggio. Ai microfoni di Ballarò Renzi appare determinato e ribadisce la solita minaccia: "Se non si cambia me ne vado". "Se pensano di avermi messo qui per fare la bella statuina, e poi loro continuano con le solite riforme a metà, hanno sbagliato persona. Io ci sto se si cambia. Se non si cambia che prendano un altro" continua parlando delle riforme e delle resistenze dei partiti. "Ci credo talmente tanto - prosegue Renzi - che mi sto giocando tutto, qui si sta benissimo per carità, è un palazzo meraviglioso, però non ce lo ha ordinato il dottore. Uno sta qui se può cambiare. Uno sta qui se riesce a dire agli italiani "Guardate questa è davvero la volta buona in cui dopo anni che hanno pagato soltanto le famiglie stavolta paghiamo un po' noi politici". Lo spot - Poi segue un altro spot sugli ottanta euro in busta paga: "Le coperture per irrobustire le buste paga di 80 euro "sono già più del doppio di quelle che servirebbero. Va scelto dove metterle, come e quando Con il Def, che approviamo la settimana prossima. E, la settimana dopo, il decreto. Per adesso non ne abbiamo sbagliata una sui tempi". Aumentano le tasse - Infine arriva un'ammissione di colpa sulle tasse: "L'aumento non c'è. L'unico elemento di aumento di tassazione che c'è, e che abbiamo già detto, è pareggiato dalla diminuzione di tassazione nel rapporto Irap-transazione finanziarie" spiega il premier. Resosi conto di aver detto la parola "aumento" corre subito ai ripari: "Non c'è aumento di tasse, è paro paro. Si abbassa il costo del lavoro e si aumenta il costo della transazione finanziaria. Lei vuole investire sul lavoro? Bene, è avvantaggiato. Fa un operazione semplicemente finanziaria? È leggermente svantaggiato. Sempre senza toccare i Bot". Un giro di parole che comunque porta ad un unico risultato: le tasse sono aumentate. Stoccata a Grasso - La stoccata finale però è per il "nemico" Pietro Grasso: "Uno fa sempre bene a dire quello che pensa. Uno potrebbe discutere adesso se è giusto che il Presidente del Senato violi l'imparzialità che lo contraddistingue. Qualcuno può dire, ma come, Grasso è del Pd e non ha ascoltato". Quanto alla necessità di fare le riforme, il presidente del Consiglio insiste: "I cittadini non si fanno prendere per il naso. Uno perché non è giusto e due anche perché in questo momento la svolta va fatta subito".