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La campagna del Cav: meno toghe, più Renzi, Grillo e Napolitano

Berlusconi corregge il tiro per evitare l'aggravamento delle misure restrittive

Matteo Legnani
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La svolta c'è stata martedì scorso, quando parlando a Mattino 5 Silvio Berlusconi ha dedicato gran parte del suo intervento a Beppe Grillo, definendolo il "leader di una setta" e paragonandolo a due campioni dei regimi totalitari come Hitler e a Stalin. Poi, ieri, a Studio Aperto, ha attaccato frontalmente il premier Matteo Renzi definendolo "un tassatore" e proponendo invece un regime di tassazione zero per quanti assumano giovani disoccupati. Mentre domenica, da Barbara D'Urso aveva detto di "non considerare Renzi un nemico". Un cambio di obiettivi di campagna elettorale, quello del Cav, che risponde alle sollecitazioni dei suoi collaboratori più stretti che a palazzo Grazioli gli avevano consigliato di ammorbidire i toni nei confronti della magistratura temendo un aggravamento delle misure di restrizione della libertà a carico del leader azzurro. Tra i bersagli del Cav dovrebbe comunque restare Giorgio Napolitano e ci saranno sicuramente i sindacati, già fatti oggetto di critiche per le resistenze mosse al piano lavoro. Nuova linea di campagna elettorale che dovrebbe essere confermata già stasera da Nicola Porro a "Virus" e da Lucia Annunziata Domenica a "In Mezz'ora".

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