Renzi e la fronda interna: un avvertimento per fermare i ribelli
Si apre una settimana fondamentale per il governo e l'iter delle riforme. Martedì il ministro dell'Economia Padoan sarà all'Ecofin per ribadire la necessità che l'Europa "cambi verso" e punti sulla crescita. Ma sia il premier che il ministro dell'Economia sono convinti che ci siano le condizioni per quella flessibilità necessaria per evitare la strada del solo rigore. Del resto il Capo dell'esecutivo ha inaugurato il semestre di presidenza Ue sottolineando la forza di un governo che sta portando avanti un consistente pacchetto di riforme e che gode di una stabilità politica necessaria per realizzare gli obiettivi. Ma appunto per contare in Europa c'è bisogno, e il premier lo ripete da tempo, che l'Italia sia credibile. L'ultimatum - Ed è per questo motivo che il presidente del Consiglio non intende più accettare i condizionamenti di chi frena sulle riforme. A partire dal suo partito. Tanto che, riferiscono fonti parlamentari del Pd, c'è il rischio di un braccio di ferro che non porti da nessuna parte. Il premier è irremovibile sul no all'elettività dei senatori. Il ragionamento è sempre lo stesso e lo ripeterà anche oggi, lunedì 7 luglio, sera alla riunione di gruppo. Ma se la minoranza dovesse ancora creare degli ostacoli al cammino delle riforme l'ipotesi, sottolineano le stesse fonti parlamentari, è quella di un rinvio della nuova segreteria e di una gestione di Largo del Nazareno 'allargatà a tutte le componenti del partito."Proprio ora che siamo ad un passo dal traguardo non possiamo permetterci di perdere ancora tempo", ragiona un renziano. L'asse - Ma se trovano conferma che voci che corrono in Translatantico potrebbe essere dura sia arrivare a un voto mercoledì in Senato. Secondo quanto scrive il Corriere i ribelli, la fronda dem e quella azzurra, i nemici interni di Renzi e di Berlusconi potrebbero fare un asse per bloccare il voto. Insieme i senatori dem (quelli che fanno riferimento al tandem Vannino-Chiti e Corradino Mineo) e quelli dell'opposizione (Loredana De Pedris) potrebbero in extremis raccogliere le firme su un testo in cui si chiede a Pietro Grasso di rinviare le le prime votazioni. Quindi i ribelli non hanno intenzione di battere in ritirata. Davanti alle richieste informali il presidente Grassio non ha ceduto. Decisissimo Mineo: "Ma vi pare normale che l'Aula sia chiamata a esprirmersi su un testo che nessuno ha mai visto?".