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Ue, slittano le nomine, gelo su Federica Mogherini. Sms al veleno di Massimo D'Alema a Matteo Renzi

Giulio Bucchi
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"L'Italia chiede solo rispetto". Matteo Renzi lo dice con un sorriso amaro, perché a Bruxelles non ha ottenuto quel che voleva. Su Federica Mogherini al "ministero degli Esteri" dell'Unione Europea vengono confermate le resistenze di buona parte del Ppe ("Non ha una potenziale maggioranza qualificata per passare", è il messaggio, mentre Angela Merkel ha negato veti chiarendo che però quel che conta è "il pacchetto completo") ma, soprattutto, dei Paesi baltici e dell'Est, interessati nel gioco delle poltrone a piazzare un loro rappresentante alla presidenza del Consiglio Ue. Posto che, secondo voci trapelate dal Ppe stesso, sarebbe stato proposto proprio all'Italia. Il nome suggerito a Renzi sarebbe stato quello di Enrico Letta, una beffa bella e buona. Il presidente del Consiglio uscente Van Rompuy ha smentito, così come Renzi: "Nessuno ha fatto nomi. Ho letto di Letta e Monti, noi siamo aperti a qualsiasi soluzione ma se quel nome non c'è...". Dal Pd, poi, suggeriscono che quella voce maliziosa sia stata messa in giro da Antonio Tajani, nome grosso del Ppe e di Forza Italia secondo i renziani assai interessato a minare la strada del premier italiano. D'Alema e l'sms al veleno a Renzi - Il nodo è sempre lei, la Mogherini. "Inesperta e troppo filo-russa", è l'accusa dei detrattori. La partita delle nomine sarà lunga: mercoledì sera il nulla di fatto e lo slittamento della decisione finale entro il 30 agosto. Saranno 40 giorni pesanti per la titolare della Farnesina, che sarà sottoposta a un fuoco di fila. Difficile ne esca indenne. Anche perché, spiega Repubblica, uno sponsor storico del ministro Pd come Massimo D'Alema si sarebbe sfilato, inviando un sms velenosissimo a Renzi: "Vedo che mi usi come uomo nero, o meglio come uomo rosso, per far passare la tua amica Mogherini. E questo non è bello", è il contenuto del messaggino ricevuto dal premier e mostrato al suo staff. Poltrone a incastro - Una botta non da poco per Matteo, che nel campo di battaglia europeo è entrato spavaldo (mercoledì ha addirittura saltato il pre-vertice dei socialisti, "me la gioco direttamente con Hollande e la Merkel") ma rischia di uscire con le ossa rotte. La poltrona di Alto rappresentante Ue per gli Esteri probabilmente finirà ai socialisti, e altrettanto probabilmente a un italiano (perché ai socialisti francesi toccherebbe una carica economica), ma se non sarà la Mogherini sarà comunque uno scorno per il premier. A cui non può bastare assicurarsi l'erede di Van Rompuy, anche perché, sottolinea, è istituzionalmente incompatibile accoppiare presidente del Consiglio Ue e presidenza della Bce, e a Draghi Renzi non vuole rinunciare. Figurarsi, poi, se lo scambio è con Enrico Letta.

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