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Il piano di Renzi per allargare gli 80 euro

Lucia Esposito
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L'intenzione c'è, ma Matteo Renzi deve fare i conti con i soldi che  mancano. Tuttavia, il premier pare intenzionato ad estendere gli 80 euro oltre il perimetro dei lavoratori dipendenti compresi tra 8mila e 26mila euro di reddito. Come scrive Il Messaggero, la prudenza dle premier si spiega con le ristrettezze di bilancio e con la difficile congiuntura economica che vede i consumi bloccati, la recessione e la deflazione. Inoltre c'è l'incognita della spending review da cui il governo punta ad incassare non meno di 16 miliardi di euro l'anno prossimo. Serviranno circa 10 miliardi di euro ma forse qualcosa in meno per confermare nel 2015 lo sgravio Irpef a chi lo prende già fallo scorso maggio. Al Ministero del Tesoro hanno già messo già delle ipotesi spiegando, come riporta Il Messaggero, che il "quadro sarà più chiaro tra un paio di settimane". Pensionati e famiglie numerose - Si pensa ai pensionati con basso reddito e le famiglie numerose: ma il margine di aiuto che sarà dato a queste categorie dipende soprattutto dalla consistenza delle risorse che si riuscirà a recuperare. L'idea è più o meno questa: se non ci saranno risorse per garantire gli 80 euro a tutti quelli che sono rimasti esclusi al primo giro, bisognerà cancellare l'Irpef che grava sui pensionarti e che incassano un assegno mensile tra i 625 e i 655 euro. Un totale di circa 1,2 milioni di pensionati che hanno assegni da 7500 a 800 euro l'anno. E poi si pensa all'introduzione del quoziente familiare: Renzi ha sempre detto che gli 80 euro riconosciuti a un single hanno un impatto diverso  rispetto a quelli riconosciuti a un padre di famiglia con tanti figli. L'idea è quella - sempre secondo quanto scrive il Messaggero  - di alzare la soglia massima di reddito per le famiglie numerose. La soglia potrebbe essere elevata per le famiglie monoreddito a seconda del numero dei figli: da 26 a 30 mila euro con due figli a carico, a 42 xon tre figli, a 50.55mila con quattro.   

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