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Denis Verdini rinviato a giudizio per finanziamento illecito

Andrea Tempestini
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Denis Verdini rinviato a giudizio. La decisione nei confronti del senatore di Forza Italia è stata presa dal gup del Tribunale di Roma. Nel mirino la vicenda legata a una plusvalenza di 18 milioni di euro nella compravendita di un immobile in via della Stamperia, nel centro della capitale. L'accusa nei confronti di Verdini è quella di finanziamento illecito. Insieme al coordinatore azzurro, andrà alla sbarra anche Riccardo Conti, anche lui di Forza Italia. Il sospetto - La notizia del rinvio a giudizio è un'altra tegola per il governo: Verdini, infatti, è il primo anello di collegamento tra il governo di Matteo Renzi e Forza Italia, una sorta di "garante" e "tessitore" del patto del Nazareno recentemente rinnovato da Silvio Berlusconi e il premier. Tanto vicino alle faccende di Palazzo Chigi che Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, ha sbottato affermando che "Renzi tratta meglio Verdini di me". La notizia del coordinatore azzurro rinviato a giudizio arriva a pochi giorni da quella relativa a Tiziano Renzi, il padre del premier indagato. Per il tempismo della notizia sull'indagine a carico del babbo di Renzi, in molti hanno affacciato il sospetto di "giustizia ad orologeria": nel momento in cui il governo vuole riformare la magistratura (con annesso taglio alle ferie delle toghe), ecco spuntare la notizia dell'avviso di garanzia. Ora, al quadro, si aggiunge anche il tassello di Denis Verdini spedito alla sbarra. Il caso - Nel dettaglio la vicenda per la quale il coordinatore azzurro è stato rinviato a giudizio è relativa alla compravendita di un immobile in via della Stamperia, nel centro storico: fu acquistato il 31 gennaio 2011 da Angelo Arcicasa, all'epoca presidente Enpap, per 44,5 milioni di euro da Estatedue srl, società amministrata dal senatore forzista Riccardo Conti, che l'aveva rilevata poche ore prima per 36 milioni di euro. Verdini, estraneo all'operazione di compravendita, è accusato però di finanziamento illecito assieme al collega di partito. Il rinvio a giudizio è stato firmato dal gup Nicola Di Grazia, che accoglie l'ipotesi di truffa aggravata avanzata dalla procura. Il processo prenderà il via il 9 gennaio 2015 davanti ai giudici della nona sezione penale del tribunale capitolino.

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