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Il piano dei centristi per portare Silvio al governo

Matteo Legnani
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Ogni due tre giorni una riunione. Ieri incontro ufficiale fra rappresentanti di partito. Qualche giorno prima si sono visti in maniera più carbonara alcuni senatori e una manciata di deputati. La prossima settimana dovrebbero incontrarsi alla luce del sole anche alcuni gruppi parlamentari. Sono in corso grandi manovre al centro del centrodestra italiano. Ne sono protagonisti Mario Mauro, Pierferdinando Casini, alcuni esponenti del Ncd come Renato Schifani e Giuseppe Scoppelliti, membri del gruppo parlamentare di Gal al Senato, e in maniera più defilata (ma compiaciuta) anche Silvio Berlusconi. Ufficialmente il tentativo - non proprio nuovissimo - è quello di mettere insieme dentro e fuori dal Parlamento e riunire in un solo gruppo chiunque si riconosca nel partito popolare europeo. Ed è quel che ammette lo stesso Mauro, che si intesta la regia dell'operazione: «mi sembra naturale farlo. È quello che ho sempre desiderato, e mi sono impegnato a realizzarlo con i vertici del Ppe. Al momento stiamo tessendo la tela fra Popolari per l'Italia, Udc e Ncd pensando a una fusione dei gruppi parlamentari. Ma naturalmente è benvenuta anche Forza Italia, visto che il Ppe è il suo riferimento ufficiale in Europa. Si è vero, ci stiamo incontrando non solo per discutere, ma anche per pensare gli aspetti operativi. E ci vedremo anche la prossima settimana». Fusione fredda - Detto così il progetto di una fusione fredda, perseguito dai tempi in cui i numeri di quell'area politica erano ben più consistenti degli attuali. Ma sotto la coltre dell'ufficialità si sta muovendo qualcosa di ben più caldo. L'idea concreta è quella di creare un nuovo gruppo parlamentare che diventi una sorta di terra di mezzo fra l'area di governo classica e quella di opposizione più morbida. Potrebbe essere vista così, o anche come una sorta di ponte parlamentare fra il Pd di Matteo Renzi e Forza Italia. Chi muove la costruzione punta da un lato ad assorbire parte del Nuovo centro destra non particolarmente soddisfatto della strategia di Angelino Alfano e più timoroso dell'immediato futuro. Una decina di senatori (l'area sarebbe quella calabro-siciliana) pronto a trasferirsi lì insieme a Popolari per l'Italia, Udc e qualche senatore di Gal, attendendo anche un distacco di una parte dei senatori di Forza Italia. Anche se il gruppo dovrebbe coccolare malumori esistenti sia nelle fila Ncd che in quelle azzurre, formalmente la creazione del gruppo della terra di mezzo non avrebbe toni polemici o particolarmente battaglieri nei confronti di chi guida i due partiti. Anzi si offre come ponte per la loro riconciliazione. Secondo alcune indiscrezioni chi è tentato dal passaggio ne avrebbe parlato con lo stesso Silvio Berlusconi ottenendo se non un via libera formale, almeno un interesse di massima. Che cosa dovrebbe fare il nuovo gruppo? L'idea è quella di condizionare Renzi più di quanto non riesca oggi a Ncd, perché se l'operazione dovesse riuscire, il governo senza quei numeri non avrebbe più la maggioranza. Tre gli obiettivi principali: grazie a quel condizionamento, allungare la vita della legislatura evitando ogni tentazione di Renzi di andare ad elezioni nella primavera 2015; cambiare radicalmente quell'Italicum che è stato disegnato su un quadro politico che probabilmente non esiste più, e infine creare le condizioni per un successivo ingresso di tutta Forza Italia nella maggioranza di governo. Desideri e malumori - Desideri e maldipancia si uniscono con facilità in un progetto di questo tipo. Si borbotta in casa Ncd, sia per ragioni di emarginazione interna, sia per la sensazione che non sia così fruttuoso continuare a fare la ruota di scorta di un leader di governo che ti scarica addosso tutti i problemi e gli insuccessi e nei rari casi di successo, non ne divide con alcuno i frutti. A non pochi di questi pontieri preme anche una sorta di assicurazione sul futuro politico. Che sarebbe facilitata se con l'operazione terra di mezzo riuscissero davvero a imporre con la forza dei numeri l'ingresso strisciante di Forza Italia nella maggioranza attuale. di Franco Bechis

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