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Maria Elena Boschi, spunta anche il suo "cerchio magico"

Francesco Rigoni
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Maria Elena Boschi non è solo una ministra acqua e sapone. Ma, come il suo "capo" Matteo Renzi, ha un suo sistema di potere, di stampo familistico, che ruota attorno alla sua città d'origine, Firenze. A svelare quello che potrebbe essere definito come "il cerchietto magico" della bella Maria Elena è il Fatto quotidiano di oggi: secondo il quale, uomo-cardine della sfera Boschi è l'avvocato civilista Umberto Tombari, il professionista che ha battezzato avvocato la giovane Maria Elena. Nel suo studio la ragazza, appena laureata, svolse la pratica. E Tombari, lo scorso maggio, è diventato presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Classe 1966, Tombari è legato anche a Renzi: fu l'attuale presidente del consiglio che gli chiese di guidare la partecipata del Comune "Firenze mobilità", 39mila euro all'anno di compenso più un gettone di presenza di 250 euro per ogni consiglio di amministrazione. Una società chiave nella gestione delle casse fiorentine pari alla Firenze Parcheggi che aveva come amministratore delegato Marco Carrai, oggi anche lui nel cda dell'Ente cassa dove guida il comitato d'indirizzo. Amicizie importanti - Tombari può vantare anche l'amicizia con Michele Vietti, ex vicepresidente del Csm, con il quale ha collaborato nel lontano 2001 alla commissione ministeriale per la riforma del diritto societario voluta dal ministero della Giustizia. In seguito non ha smesso di frequentare Roma neanche in tempo di tecnici, quando ministro dell'Economia era un presunto salvatore della patria come Corrado Passera. Chiese proprio a Tombari di collaborare al decreto Sviluppo Italia che, sapremo poi, come andrà a finire. Talent scout - L'avvocato ha cresciuto un'altra stella del firmamento renziano, quell'Anna Genovese che è diventata commissario della Consob. Insomma, è uno che i talenti li riconosce da lontano. O, molto più semplicemente, sono i talenti che scelgono lui. Come fece, fresca di laurea, la giovane Boschi. In quel periodo la ragazza era già con la testa alla politica, non una frequentatrice assidua delle aule di tribunale. Già in famiglia, tra papà e mamma, c'è stata una certa storia politica, strizzando l'occhio più alla Democrazia cristiana che al fu Partito comunista. La ramificazione del potere si è manifestata poi con la nomina di Maria Elena al ministero per le Riforme, voluta ovviamente da Matteo Renzi. Il resto lo ha costruito lei, da sola. Senza lasciare niente al caso o all'improvvisazione.

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