Roberto Calderoli: "I trucchi di Pietro Grasso in Senato per aiutare il suo Pd"
"La puzza di bruciato l'ho sentita subito", spiega Roberto Calderoli in un'intervista a Il Giornale. Quel puzzo si riferisce al giorno del voto sul rinvio del pareggio di bilancio, passato sul filo di lana con 161: figuraccia evitata per il governo di Matteo Renzi, aiutato anche dall'ex grillino Luis Orellana. Qualcuno ha poi fatto notare che se Roberto Calderoli non avesse presieduto l'assemblea di Palazzo Madama, forse le cose sarebbero andate diversamente. Calderoli, però, premette: "Il mio voto non avrebbe modificato gli equilibri. Perché la maggioranza era comunque a quota 161. La maggioranza assoluta". C'è ma non c'è - Eppure. Eppure, continua, "noi vicepresidenti (Calderoli è il vice di Pietro Grasso al Senato, ndr) ci alterniamo alla guida di Palazzo Madama con i turni decisi da un algoritmo. Chiaro?. Dunque, prima di me presiedeva Linda Lanzillotta, maggioranza. Il suo turno scadeva alle 20. Ed ecco che all'improvviso arriva Grasso. Mi sono detto: perfetto. Alle 20, quando inizia il mio turno, c'è lui e io posso votare come mi pare". Peccato però che "dopo una mezz'oretta i funzionari mi dicono: Guardi, dovrebbe presiedere lei. E infatti Grasso se n'è andato". Il punto, secondo Calderoli, è che "nei momenti importanti, e questo lo era, il presidente del Senato dovrebbe avere la sensibilità di presiedere l'assemblea così da dare ai quattro vicepresidenti la possibilità di votare liberamente". Questione di Fedeli - Invece, Pietro Grasso, è rimasto lì giusto il tempo del cambio di turno. "E' un dato di fatto - riprende Calderoli -. E così sono stato costretto a guidare. Ripeto: il mio voto non avrebbe cambiato il risultato". Eppure, se a dirigere ci fosse stata Valeria Fedeli, del Pd, il governo sarebbe andato sotto. "Vero. Forse Grasso - cerca di giustificarlo Calderoli - non conosceva i turni. Ma toccava a me". Il sospetto, insomma, è che forse Grasso temeva che dopo il turno della Lanzillotta arrivasse quello della Fedeli, e dunque potrebbe essere sceso in aula per aiutare il suo Pd. Poi, dopo aver realizzato che invece toccava a Calderoli, se n'è andato: la sua presidenza, al Pd, in quell'occasione non sarebbe servita...